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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2011 alle ore 15:53.

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Ferruccio Fazio, ministro della Sanità (Epa)Ferruccio Fazio, ministro della Sanità (Epa)

La richiesta è rimasta immutata: ridurre le leggi e moltiplicare i controlli per azzerare gli sprechi nella sanità pubblica. Perché il federalismo è una reale opportunità di cambiamento per la salute, ma deve essere governata con regole certe e correlando la spesa e la responsabilità di chi la effettua. Sergio Dompé, presidente di Farmindustria - che raggruppa più di 200 associate e vanta un fatturato di 22 miliardi di euro - lo dice a a chiare lettere. L'occasione è il convegno "Federalismo in sanità: legalità ed efficienza", che l'associazione ha organizzato per il quarto anno consecutivo.

Dompé: preoccupati dalla manovra. Fazio, risparmi fino a 10 miliardi tagliando le inefficienze
Certo il numero uno di Farmindustria mette in guardia «da diseconomie ed efficienze» che ancora investono il Ssn e sulle quali «è necessario intervenire con regole snelle e veloci e con incentivi selettivi e verificabili». Ma Dompé teme, e non ne fa mistero, che nuovi sacrifici per il settore possano arrivare anche dalla prossima manovra correttiva del Governo. «È stato così sempre nelle ultime leggi finanziarie. La paura che noi abbiamo è che negli ultimi 7-8 anni si è insistito moltissimo sulla voce che di fatto è oggi più sotto controllo, quella farmaceutica». Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ne ascolta con attenzione il richiamo e si lascia andare a una previsione. «Sappiamo che grazie ai piani di rientro si può arrivare ad un risparmio della spesa sanitaria di circa 5 miliardi di euro. Se poi calcoliamo altre inefficienze intraregionali (anche in regioni con bilanci a posto), a spanne, possiamo ipotizzare un contenimento della spesa maggiore, di circa 10 miliardi».

Farmindustria: più controlli sulla spesa, ma basta tagli sui farmaci
Nuovi risparmi possono essere ancora recuperati dunque nei meandri del Ssn. Ma l'industria del farmaco, avverte Dompé, ha fatto già la sua parte. «Per effetto delle manovre effettuate anche di recente - spiega il presidente di Farmindustria - nel 2011 la spesa farmaceutica pubblica totale dovrebbe essere inferiore a quella del 2010». Dunque la sostenibilità del sistema va garantita aggredendo anche gli altri capitoli dell'esborso sanitario. I conti sono presto fatti. La spesa per i farmaci rappresenta solo il 16% del totale e non può essere vista come la panacea di tutti i mali, identificata cioè, sottolinea ancora Dompé, «come fonte privilegiata di copertura dei disavanzi altrui, come è accaduto negli ultimi 15 anni durante i quali ha contribuito al contenimento della spesa sanitaria».

Nuovi sacrifici condizionerebbero l'accesso alle terapie innovative
Insomma, bisogna guardare anche oltre, a quelli voci di costo che, è sempre il presidente di Farmindustria a sottolinearlo, «crescono più del doppio della farmaceutica totale (il 13,1% dal 2006 al 2010 contro il 5,9%). Dal 2001 al 2010 la spesa convenzionata è diminuita rispetto al Pil dallo 0,9% allo 0,7%, mentre le altre voci sono cresciute dal 5,0% al 6,6% (dal 2006 a oggi, la farmaceutica totale è stabile all'1,1% del Pil)». La soluzione non può quindi essere più solo quella del contenimento della spesa farmaceutica perché a pagarne le conseguenze sarebbero soprattutto i cittadini. Una spesa ridotta significa infatti, lamenta Dompé, meno investimenti sull'accesso alle terapie innovative «che hanno necessariamente costi crescenti perché la ricerca, sempre più mirata, conosce un aumento non comprimibile degli investimenti». Dompé snocciola i numeri del settore: 1,2 miliardi di euro investiti ogni anno in ricerca dal comparto con oltre 6mila ricercatori e una pipeline di 250 progetti in sviluppo dei farmaci.

Fiamme gialle: 184 milioni di frodi negli ultimi tre anni
Intanto, però, la sanità prova anche a stringere sul fronte delle frodi al Ssn. Così, durante il convegno, le Fiamme gialle fanno un punto della situazione e i risultati fanno ben sperare: nel triennio, spiega il colonnello Fabrizio Martinelli, «l'azione investigativa ha concluso 4.911 interventi in materia di frodi» per un valore di 184 milioni di euro con 7.149 soggetti denunciati. Nel mirino anche la contraffazione e il commercio illegale di farmaci contraffatti. Qui la guardia di finanza ha deferito alla Corte dei conti 1.468 soggetti per un danno erariale pari a 1,6 miliardi di euro. Cui si aggiunge il lavoro dei Nas che, in due anni, hanno messo in evidenza 475 milioni di euro di frodi all'erario. Con un picco, chiarisce il comandante dei Nas, Cosimo Piccinno, «soprattutto nelle regioni centrali dove si concentra poco meno della metà del danno individuato (250 milioni al Centro, 190 al Sud e 35 al Nord)». Insomma, l'Italia della salute viaggia ancora a due velocità e ha davanti a sé parecchia strada da fare.

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