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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 07:45.

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di Dino Pesole
ROMA - Manovra per centrare il pareggio di bilancio nel 2014, che sarà approvata dal Consiglio dei ministri entro fine giugno, probabilmente il 23. Varo della legge delega sulla riforma fiscale prima della pausa estiva, dunque entro fine luglio.

In circa un'ora di confronto che dalle indiscrezioni circolate ieri viene definito civile ma alquanto acceso e animato, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti hanno sostanzialmente concordato il percorso che dovrebbe, nelle intenzioni di entrambi, porre fine al braccio di ferro sulla riforma fiscale al centro più che mai del confronto politico.

La strada individuata soddisfa al momento sia Berlusconi che Tremonti: il primo ha portato a casa l'impegno del suo ministro più influente ad anticipare il varo della riforma fiscale, che Tremonti avrebbe preferito approvare in autunno, tra settembre e ottobre. Il secondo ha ottenuto il non trascurabile impegno del presidente del Consiglio sull'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014, che vuol dire una manovra complessiva che, tra «manutenzione» per l'anno in corso e per il 2012 e interventi veri e propri di riduzione del deficit per il biennio successivo, raggiunge la non trascurabile cifra di oltre 45 miliardi. Sono spalmati nel quadriennio, e 40 miliardi saranno concentrati nel 2013-2014.

Non per questo l'intera operazione si annuncia agevole. L'impegno di Berlusconi è per Tremonti la garanzia che il percorso concordato con l'Europa non si modificherà in corso d'opera. Quanto alla delega fiscale, la tesi del ministro dell'Economia è che comunque, riconosciuto da Berlusconi il principio del pareggio di bilancio, sarà «a impatto zero sul deficit, essendo costruita a sostanziale invarianza di gettito».

In sostanza, alla manovra per il «close to balance» seguirà la riforma fiscale «a costo zero». Del resto - ha spiegato Tremonti al premier - fin dal primo anno, il 2008, la manovra triennale è stata approvata in estate. «Faremo così anche quest'anno, viste anche le tensioni sulla Grecia, così eviteremo brutte sorprese sui mercati».

A Berlusconi, al termine del Consiglio dei ministri, il compito di comunicare in sala stampa che l'intesa prevede appunto il varo della legge delega sul fisco «prima dell'estate. Ne abbiamo ripetutamente parlato in termini rispettosi e civili con Tremonti». Quindi per Berlusconi non vi è alcun contrasto con il ministro dell'Economia.

Per sottolineare il punto, in conferenza stampa ribadisce, di fatto utilizzando le stesse parole di Tremonti, che l'intervento sui conti pubblici in cantiere «dovrà portare l'Italia vicina al pareggio di bilancio entro il 2014, come concordato con l'Unione europea». Un impegno molto importante davanti ai mercati.

Berlusconi parla di una «manovrina da 3 miliardi sul 2011», da varare prima dell'estate. Chiaro l'intento di lanciare un messaggio rassicurante, alla vigilia dei referendum. La strada tracciata da Tremonti resta immutata: la manovra la si farà tutta insieme per il triennio 2012-2014, e comprenderà il finanziamento delle nuove spese per l'anno in corso, così da coprire il costo della proroga delle missioni all'estero e l'abolizione del ticket sulla diagnostica ambulatoriale.

«Non facciamo nulla di preoccupante - aggiunge Berlusconi - ma solo ciò che é stato concordato con l'Europa. Tutti i paesi hanno i deficit schizzati in alto con la crisi, mentre l'Italia ha chiuso il 2010 con il disavanzo al 4,6% del Pil. Meglio di noi ha fatto solo la Germania». In poche parole - aggiunge il premier - occorre «fare esattamente quello che abbiamo già fatto nel 2008, 2009 e 2010, ossia un intervento che non raggiunge un punto di Pil. Nessun allarme, nessuna controversia all'interno del governo».

Il commento dell'opposizione è tranchant: «Berlusconi - sostiene il responsabile econonico del Pd, Stefano Fassina - smentisce se stesso oltre che il ministro dell'Economia. Il governo é allo sbando e danneggia la credibilità dell'Italia sui mercati internazionali».
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