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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 07:59.

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Emma MarcegagliaEmma Marcegaglia

di Nicoletta Picchio
Un accordo interconfederale, con tutti i sindacati. «Ci presenteremo al tavolo molto aperti, senza preclusioni». È un messaggio di dialogo quello che lancia la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, alla vigilia dell'incontro con Cgil, Cisl e Uil sulla validità erga omnes degli accordi aziendali e sulla rappresentanza sindacale.

La presidente di Confindustria parla a margine di una conferenza stampa sull'accordo tra la confederazione e l'Enra, poco dopo aver letto le dichiarazioni della leader della Cigl, Susanna Camusso, sull'importanza di un accordo unitario e di affrontare al tavolo la questione della rappresentatività a livello nazionale.

«Non voglio anticipare la trattativa di venerdì mattina», ha detto la Marcegaglia. Tanto più che in queste ore, prima dell'incontro, stanno continuando i contatti informali tra le parti per arrivare all'appuntamento con una discussione già approfondita preventivamente. «Anche noi ci poniamo lo stesso obiettivo di un accordo unitario», ha ribadito la Marcegaglia. «Con la consapevolezza che dobbiamo aumentare la produttività, unica strada per accrescere anche i salari: siamo sotto 32 punti rispetto alla Germania».

Un elemento fondamentale per la crescita. Oggi il Centro studi di Confindustria presenterà le previsioni macroeconomiche. Per la Marcegaglia non basta uno scarno 1% per creare ricchezza ed occupazione: serve assolutamente il rigore, ma anche misure per lo sviluppo. Ed in vista della manovra che il governo ha annunciato la prossima settimana, ha detto che «va nella direzione giusta» l'ipotesi di anticipare la norma che prevede al 2015 l'adeguamento dell'età pensionabile all'aumento dell'aspettativa di vita: «È giusto, anche perché sarà graduale, non una cosa strong».

Controllo dei conti pubblici, crescita e relazioni industriali sono i tre dossier che la Marcegaglia ha in questi giorni sul lavoro. Domani, all'incontro con i sindacati, Confindustria presenterà una propria proposta. All'ordine del giorno ci saranno le due questioni della rappresentanza e rappresentatività: nell'appuntamento con Cgil, Cisl e Uil di quasi un mese fa, ha ricordato la presidente di Confindustria, se ne era già cominciato a parlare. «È un tema che riguarda di più i sindacati, mi è sembrato di capire che ci fosse la volontà di lavorare e che qualche piccolo passo si sia fatto».
Altra questione fondamentale l'efficacia erga omnes dei contratti aziendali: «Riguarda la Fiat, ma non solo: va incontro a tutte le altre aziende che possono avere la necessità di adattare le regole del contratto nazionale, che resta centrale e che nella proposta che presenteremo ci sarà, a livello aziendale».

Disponibilità, quindi. Ma la presidente di Confindustria ha sottolineato che sia la Commissione che il Consiglio Ue hanno apprezzato l'accordo del 2009 sulla riforma dei contratti, che la Cgil non ha firmato, sollecitando le parti sociali italiane a portarlo avanti sulla centralità del contratto aziendale e delle deroghe. «Non siamo innamorati delle cose firmate in passato, ma questi riconoscimenti positivi ci sono stati», ha detto, aggiungendo che comunque al tavolo Confindustria sarà «molto aperta e pronta a ragionare».

Migliori relazioni industriali possono dare una spinta alla crescita, così come altre azioni del governo, specie le riforme a costo zero. Ieri la Marcegaglia è tornata sulle liberalizzazioni, condividendo le parole del presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà: «Il Paese ha bisogno di più mercato, il governo ha fatto addirittura passi indietro, come sulle tariffe minime dei professionisti e sull'autotrasporto. Spero che la legge sulla concorrenza, che attendiamo da più di un anno, venga fatta».

Argomenti di cui ha parlato anche nel pomeriggio alla Luiss, l'università romana di Confindustria, in un incontro con il ministro Uk dell'Europa, David Lidington. Il ministro ha sollecitato l'apertura del mercato unico europeo, il recepimento al più presto della direttiva srvizi, che potrebbe aumentare il Pil Ue del 3%, pari a 340 miliardi di euro, una maggiore apertura dei mercati, per spingere la crescita, più investimenti in ricerca e innovazione. Ricette su cui si è trovata in sintonia la Marcegaglia, che ha sollevato anche il problema delle regole di Basilea 3 e del rischio credit crunch per le imprese.

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