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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2011 alle ore 09:46.

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Colpo di freno per 5 milioni di pensioniColpo di freno per 5 milioni di pensioni

Arrivano dalla stretta sulle indicizzazioni delle pensioni più ricche i primi risparmi previdenziali della manovra correttiva. Secondo le stime messe a punto dai tecnici – che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare prima che vengano confermate nelle tabelle allegate al testo del decreto – questa misura dovrebbe garantire una minor spesa cumulata, nel triennio 2012-2014, pari a 2,2 miliardi. La misura, che ieri è stata contestata dalle organizzazioni della dirigenza privata e pubblica Cida e Confedir-Mit (rappresentano oltre 400mila dirigenti in attività e 200mila pensionati), prevede il blocco totale della rivalutazione per gli assegni cinque volte superiori il minimo e il blocco al 45% dell'indicizzazione per gli assegni di valore compreso tra tre e cinque volte il minimo (circa 18.300 euro l'anno). La platea colpita dal blocco, se si considerano gli assegni a partire dai 1.500 euro circa, sfiora i cinque milioni di pensionati. Mentre se si guardano gli ultimi dati Istat sul reddito dei pensionati per l'anno 2009, diffusi qualche giorno fa, si scopre che sono 2,6 milioni (il 15,6% del totale) i titolari di un assegno mensile superiore ai 2mila euro.

L'altro intervento che produrrà risparmi a medio termine è l'anticipo al 2014 dell'aggancio del momento del pensionamento all'aspettativa di vita. La misura, che nei fatti si traduce in fase di prima attuazione in un posticipo di tre mesi del momento del pensionamento, produrrà una minore spesa per 200 milioni nel 2014, mentre il risparmio cumulato che è stato stimato tra il 2014 e il 2020 è di 1,9 miliardi.

Infine il risparmio di più lungo periodo, vale a dire quello stimato dal 2021 in poi, quando partirà il gradualissimo incremento del requisito per il pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato. Qui i tecnici hanno effettuato una proiezione che incorpora anche l'effetto dell'anticipo del meccanismo pensionamento-aspettativa di vita. Ne risulta che, tra il 2021 e il 2030 i risparmi cumulati arrivino a 13 miliardi, mentre nel decennio successivo (2030-2040) si aggiungerebbero altri 19 miliardi di minore spesa. Per memoria vale ricordare che la riduzione della spesa previdenziale legata all'innalzamento dell'età di vecchiaia a 65 anni dal 2012 per le dipendenti pubbliche dovrebbe essere di 1,45 miliardi cumulati dal 2011 al 2019. Risorse che avrebbero dovuto essere destinate al Fondo strategico attivato alla Presidenza del Consiglio per finanziare politiche di welfare familiare, ma che ora prenderanno una destinazione diversa visto che il nuovo decreto ha definanziato il Fondo.

Ieri il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervenendo all'assemblea generale di Federmeccanica, ha affermato che con gli ultimi interventi «la previdenza pubblica e obbligatoria è a posto, ora dobbiamo lavorare sulla previdenza complementare». Compito del governo, ha aggiunto il ministro, è di «diffondere l'adesione alla previdenza complementare che si è rivelata essere un sistema affidabile». Su questo fronte la manovra, come si ricorderà, affida nuove funzioni proprio alla Covip, l'authority di vigilanza di fondi pensione, che ora avrà poteri ispettivi anche sugli investimenti della casse privatizzate, una norma contestata ieri dal presidente dell'Organismo unitario dell'Avvocatura, Maurizio de Tilla: «Sulle casse esistono già comprovati meccanismi di controllo - ha sottolineato – hanno bilanci civilistici e sono sottoposte al controllo del collegio dei sindaci e alla verifica delle società di revisione, nonché alla vigilanza della Corte dei Conti».

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