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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 14:05.

Via libera dell'Aula del Senato al dl sviluppo su cui il governo ha posto ieri la fiducia con il ministro dei Rapporti per il Parlamento, Elio Vito. I voti a favore sono stati 162, i contrari 134, un solo astenuto. Con l'ok di Palazzo Madama il decreto diventa legge.
La maggioranza si difende: l'ok segna il rilancio
Dalla maggioranza arriva una difesa a spada tratta dei contenuti del decreto. «Segna rilancio e ripartenza, non si basa sul deficit ma sulla stabilità - avverte in Aula il vicecapogruppo del Pdl, Gaetano Quagliariello -. Ci sono norme che non si possono non condividere». La Lega, con Gianvittore Vaccari, assicura il suo via libera «per i contenuti e i fatti positivi che il provvedimento contiene». Mentre l'ex sottosegretario Pasquale Viespoli, passato da Fli a Coesione nazionale, neo puntello della maggioranza al Senato, fa appello al senso di responsabilità. «Siamo dentro un contesto difficile, siamo in una crisi di sistema e bisogna uscirne fuori assieme, con responsabilità da parte di maggioranza e opposizione».
Opposizione critica: Dl allontana governo dal paese reale
Sul provvedimento l'opposizione ha ribadito le sue critiche durante la discussione nell'Aula del Senato. «È la conferma di un governo confuso», rimarca Nicola Latorre per il Pd. «Presuntuosamente chiamate il provvedimento "per lo sviluppo" quando invece è piccolo piccolo - sottolinea Gianpiero D'Alia, capogruppo di Udc-Svp e Autonomie - e non rimette in moto l'economia». Lo stesso refrain intonato da Mario Baldassarri, senatore finiano e presidente della commissione Finanze.«Più tasse, più spesa corrente, meno investimenti è un tipo di politica economica masochista che aumenta il deficit e sposta in avanti il vero risanamento dei conti pubblici». Per Franco Bruno dell'Api l'approvazione del decreto «allontanerà il governo dal paese reale e farà perdere tempo all'Italia intera». Mentre Patrizia Bugnano, esponente dell'Idv, critica la scelta dell'esecutivo di porre la fiducia. «Non è un bel messaggio, ma soprattutto ha un solo significato: dimostrare che il governo Berlusconi si ritrova ed è in grado di mantenersi in piedi solo quando vota la fiducia».
Le novità del provvedimento
Nel decreto approvato oggi definitivamente da Palazzo Madama sono previste diverse novità: dai paletti sulle ipoteche e gli espropri sulla prima casa oltreché sulle ganasce fiscali al bonus per gli investimenti al Sud; dalla stretta sullo "ius variandi" delle banche alla rinegoziazione dei mutui; dalle disposizioni sui precari della scuola alla soppressione delle norme che istituivano il diritto di superficie per 20 anni sulle spiagge, fino al credito d'imposta per il lavoro nel Mezzogiorno e per la ricerca.
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