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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 15:40.

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Dopo la sentenza di sabato scorso che ha dichiarato legittima la newco della Fiat a Pomigliano, la Fiom è pronta a sostenere le cause individuali dei lavoratori nella vicenda relativa al passaggio tra la vecchia società Fiat Group Automobils e il nuovo soggetto, un tassello che richiederebbe le dimissioni e la successiva riassunzione con un nuovo contratto. Ad annunciarlo è il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. «Siamo pronti a sostenere - ha sottolineato Landini - tutte le eventuali cause individuali che nei prossimi giorni i lavoratori di Pomigliano vorranno intentare per tutelare il loro diritto a mantenere il contratto».

Iscritti al sindacato non assunti, pronti a ricorso
A quanto apprende il Sole24ore.com, già diversi lavoratori avrebbero contattato informalmente il sindacato e sarebbero intenzionati a intraprendere questa strada. Secondo la Fiom, non è rientrato in fabbrica nessuno dei suoi iscritti, dopo le prime 137 assunzioni, nel passaggio dei dipendenti tra la vecchia e la nuova società per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. Se andando avanti con le assunzioni, spiega Giovanni Alleva, coordinatore della consulta giuridica Fiom e Cgil, emergerà una «prova statistica» dell'esclusione o di «un ritardo poco spiegabile» nelle riassunzioni di iscritti Fiom, il sindacato è pronto a presentare «un ricorso ex articolo 28» per condotta antisindacale.

Landini: Fiom non firmerà quegli accordi
Landini è poi tornato sul pronunciamento di sabato. «Il Lingotto ha perso e la Fiom ha vinto». La Fiat, prosegue il segretario della Fiom, «è stata colpita nel punto centrale del sistema: gli accordi separati sono stati fatti per escludere la Fiom. Il pronunciamento mina alla radice il sistema aziendalistico e corporativo che si è instaurato». La Fiom, ha ribadito Landini, quegli accordi «non li ha firmati e non li firmerà» perché «ledono i diritti individuali dei lavoratori su sciopero e malattia». Non li firma perché «lo vieta lo statuto stesso della Fiom e della Cgil».

L'affondo: Sacconi e sindacati riflettano
Landini è quindi tornato sulle parole del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che, subito dopo la sentenza del tribunale di Torino, aveva invitato la Fiom «a riflettere». «Noi dobbiamo riflettere? È bene che riflettano anche Sacconi e gli altri sindacati. Il ministro e alcuni dirigenti sindacali hanno difeso a spada tratta un accordo dichiarato da un giudice antisindacale. Non è un problema per loro?». Quindi l'affondo contro le altre sigle. «I sindacati hanno accettato il ricatto della Fiat per realizzare un modello contrario alle leggi del nostro Paese».

La sentenza: accordo Pomigliano valido ma includa Fiom
Sabato il giudice del lavoro Vincenzo Ciocchetti, al termine della seconda udienza e dopo sei ore di camera di consiglio, aveva infatti riconosciuto la legittimità del contratto collettivo di primo livello del 29 dicembre 2010 (siglato da Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic e Ugl metalmeccanici, senza la Fiom-Cgil) e del contratto collettivo di secondo livello (integrativo) del 17 febbraio 2011. Ma Ciocchetti aveva anche dichiarato il «comportamento antisindacale» della Fiat perché aveva determinato, «quale effetto conseguente, l'estromissione della Fiom-Cgil» dal sito di Pomigliano d'Arco. Uno dei punti al centro del ricorso delle tute blu della Cgil contro Fabbrica Italia Pomigliano, la newco costituita dalla Fiat e nata fuori da Confindustria con un contratto ad hoc.

A Termini Imerese nuova Cig dal 22 agosto al 30 settembre
Intanto la Fiat ha comunicato stamane alle Rsu di Fiom, Fim e Uilm, l'ulteriore ricorso alla cassa integrazione nello stabilimento di Termini Imerese. La produzione sarà ferma dal 22 agosto al 30 settembre. Su un totale di 30 giorni lavorati, gli operai saranno regolarmente in fabbrica solo per sei giorni: dal 13 al 15 settembre e dal 20 al 22 settembre. Gli altri 24 giorni i lavoratori li trascorreranno in cassa integrazione. (Ce. Do.)

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