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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 12:14.

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Gli effetti della manovra appena varata dal Governo peseranno sulla crescita dell'economia italiana, che è in netta frenata. È la previsione di Confcommercio che ha rivisto le stime del Pil per il prossimo triennio: nel 2011 il Pil si attesterà allo 0,8% (dall'1% previsto in precedenza), all'1% nel 2012 (dall'1,2%) e all'1,1% nel 2013 (dall'1,3 per cento).
L'effetto recessivo della manovra, spiegano da piazza Belli, è dello 0,1% sul 2012 ma non è stato ancora calcolato per il 2013.

In calo anche la spesa delle famiglie
Si tratta comunque di stime più basse anche rispetto alle ultime previsioni di Palazzo Chigi che ipotizzano una crescita del prodotto interno lordo dell'1,1% quest'anno, dell'1,3% l'anno prossimo e dell'1,5% nel 2013. In calo, secondo Confcommercio, anche la spesa delle famiglie residenti che nel 2011 si attesterà allo 0,8% e all'1,1% nel 2012 e nel 2013.

Sangalli: colpire elusione ed evasione
Per il numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, «il taglio delle agevolazioni fiscali e il prevedibile aumento complessivo delle tasse provocherà un ulteriore effetto depressivo sui consumi e la crescita». Quello che serve, ora, rilancia Sangalli: «È un'iniezione di fiducia, di certezza, di coesione sociale: la politica e il Parlamento mettano in campo provvedimenti efficaci per rilanciare l'economia, come per esempio il recupero dell'evasione e dell'elusione».

Consumi degli italiani ancora in stallo
Secondo uno studio poi realizzato assieme al Censis emerge come nonostante sia cresciuta nel primo semestre 2011 la quota di coloro che hanno aumentato le spese (il 54,3% rispetto al 48,3% del secondo semestre 2010) l'aumento è prosciugato dalle spese fisse: bollette e tariffe, benzina e parcheggi, alimentari, spese per i figli e la salute.

In più: il 18,8% delle famiglie italiane non riesce ad arrivare alla fine del mese, il 53% riesce a sostenere la spesa dei consumi con il proprio reddito disponibile mentre il 28,2% dei nuclei familiari riesce ancora a risparmiare qualcosa.

Un altro dato che risulta dall'indagine evidenzia come solo il 7% del campione accantona risorse per affrontare spese importanti come l'acquisto di una casa. Quindi, concludono Censis e Confcommercio «se da un lato sembra proseguire la fase di ripresa dei consumi, questa tendenza si esplica però con dinamiche decisamente poco entusiasmante a causa del peso crescente delle spese fisse incomprimibili e - rilanciano - anche se non siamo di fronte situazioni di impoverimento diffuso, il ridimensionamento del potere d'acquisto e il ricorso a quote di risparmio privato evidenziano una diffusa fragilità economica delle famiglie».

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