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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2011 alle ore 17:03.

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L'aumento della Robin Tax rallenterà gli investimenti delle società energetiche e produrrà effetti negativi anche sulle bollette dei consumatori. È una bocciatura netta quella pronunciata dall'Autorità per l'energia in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento. «Il principale effetto di un aumento dell'Ires - si legge - è quello di ridurre la propensione all'investimento nell'attività colpita dall'aumento stesso. Nelle attività svolte a mercato, è attraverso la contrazione degli investimenti e, di conseguenza, dell'offerta che può aver luogo, in linea generale, la futura traslazione degli effetti dell'aumento dell'imposta diretta sui prezzi e quindi sui consumatori».

L'impatto: riduzione degli investimenti e rallentamento del contenimento dei costi
Secondo l'Autorità presieduta da Guido Bortoni la nuova disposizione, che ha raccolto anche le critiche di Confindustria, «riveste profili di criticità per lo sviluppo della infrastrutturazione energetica del Paese, presupposto indispensabile affinchè al settore produttivo e ai consumi domestici possa essere fornita energia a prezzi competitivi e allineati con gli altri Paesi dell'Unione Europea». Secondo Bortoni, la norma «nella sua declinazione attuale, di fatto: diminuisce la remunerazione effettivamente riconosciuta agli investimenti nel settore spingendo le imprese a una contrazione degli stessi, rende meno attrattivo l'investimento nelle imprese di settore da parte di soggetti privati terzi (private equity) e conseguentemente più difficile la raccolta di capitali per finanziare gli investimenti, induce le imprese a operazioni, anche di tipo contabile, che possano contenere l'impatto della manovra sul dividend yield e, infine, rende meno attrattivo il percorso virtuoso di contenimento dei costi e di riduzione delle tariffe».

La nuova norma produrrà una perdita di rendimento pari all'1-1,5 per cento
L'Autorirà snocciola poi qualche numero e stima che, a parità degli altri parametri, la maggiorazione Ires produrrà una perdita di 1-1,5 punti percentuali di rendimento. «Tutto ciò va inquadrato in un contesto nel quale, al contrario, sarebbe necessario favorire gli investimenti; si pensi alle esigenze di sviluppo dei sistemi di accumulo e delle smart grid nelle infrastrutture elettriche per rendere possibile la produzione diffusa di energia elettrica da fonti rinnovabili, oppure la sostituzione degli obsoleti sistemi di misura del gas o, ancora, lo sviluppo delle infrastrutture di stoccaggio e rigassificazione finalizzate a promuovere la concorrenza nel mercato del gas naturale», sottolinea la segnalazione.

Anche i consumatori pagheranno gli effetti del rincaro
Inoltre, per le attività di trasmissione di energia elettrica e trasporto del gas, la riduzione dei rendimenti potrebbe deprimere la capacità competitiva, di espansione europea e di investimento delle imprese italiane proprio nel momento in cui l'Unione Europea promuove la realizzazione di reti energetiche pan-europee. «In conclusione, l'applicazione di una maggiorazione Ires di tale entità alle attività soggette a regolazione tariffaria, nei limiti in cui non si possa imporre alle imprese di realizzare investimenti senza prevederne un'adeguata remunerazione, rischia - a parere dell'Autorità di settore - di avere un impatto sui consumatori particolarmente negativo».

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