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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2011 alle ore 15:36.

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«Pur rispettando la decisione, perché Confindustria è una libera associazione di imprese, non condividiamo le motivazione in base alle quali Marchionne ha deciso di uscire da Confindustria». Questa è stata la reazione del presidente dell'associazione imprenditoriale, Emma Marcegaglia, sull'uscita di Fiat.

«Confindustria è un'associazione volontaria di liberi imprenditori. Prendiamo atto delle decisioni della Fiat pur non condividendone le ragioni, anche sotto il profilo tecnico-giuridico». Così il comitato di presidenza di Viale dell'Astronomia commenta l'annunciata uscita della Fiat dall'associazione a partire dal primo gennaio 2012.

Secondo il Comitato di presidenza, «l'ampia condivisione delle parti sociali intorno all'accordo del 28 giugno è la migliore garanzia che le innovazioni previste potranno trovare ampia e diffusa applicazione nel tessuto industriale italiano». Confindustria, sottolinea la nota, «ha sempre agito e continuerà ad agire a sostegno della competitività di tutti i suoi associati, piccoli, medi e grandi, senza mai rinunciare ad inserire la propria azione in una visione dell'interesse generale del Paese».

Nella lettera con cui l'amministratore delegato della Fiat annuncia l'uscita da Confindustria, si spiega nella nota di viale dell'Astronomia, «si riconosce che il quadro normativo in tema di relazioni industriali, che peraltro era già stato fortemente innovato con l'accordo del 2009, è sensibilmente migliorato per effetto dell'accordo interconfederale del 28 giugno e dell'articolo 8 della manovra di agosto. Anche grazie all'azione di Confindustria, sono oggi riconosciuti spazi molto ampi alla contrattazione aziendale, vi sono forti garanzie in ordine all'efficacia ed esigibilità degli accordi per assicurare i necessari margini di flessibilità all'organizzazione aziendale. Le imprese hanno quindi maggiori certezze riguardo alla loro operatività».

Confindustria, in merito alla manovra varata dal Governo ad agosto, «non ha mai messo in dubbio la validità e l'applicabilità dell'articolo 8 e anzi ne ha sempre ribadito la coerenza rispetto all'accordo del 28 giugno. Secondo la generalità degli esperti di diritto del lavoro, in nessun modo la ratifica dell'accordo interconfederale avvenuta il 21 settembre ne ha depotenziato gli effetti o ha posto dei limiti aggiuntivi all'applicabilità delle norme di legge». L'accordo del 28 giugno, sottolinea la nota, «è stato approvato all'unanimità dalla Giunta di Confindustria sia a luglio sia a settembre e ha ricevuto il plauso delle autorità europee e delle principali istituzioni internazionali. La decisione di Fiat - conclude la nota - ci appare a maggior ragione non condivisibile dal momento che, come noto, lo statuto di Confindustria permette di rimanere associati al sistema senza conferire delega sindacale, come già avviene per numerose imprese associate che non applicano accordi sottoscritti da associazioni di categoria di Confindustria. Auspichiamo che la collaborazione con Fiat possa continuare nelle organizzazioni territoriali nel rispetto delle regole associative».

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