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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2011 alle ore 08:32.

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Fiat ha convocato i sindacati dei metalmeccanici martedì prossimo a Torino per aprire il confronto sul contratto nazionale del gruppo.
L'incontro era stato sollecitato da tutte le organizzazioni sindacali, dopo l'annuncio del Lingotto sulla disdetta del contratto nazionale di categoria e di tutti gli accordi vigenti a partire dal prossimo 1° gennaio in tutti gli stabilimenti italiani.

Modello di riferimento per tutte le fabbriche della Fiat è il contratto aziendale di primo livello di Pomigliano, già applicato a Mirafiori e Grugliasco, contro il quale la Fiom ha avviato un'offensiva giudiziaria.

Le tute blu della Cgil stanno reagendo con mobilitazioni alla lettera di disdetta che ieri è stata accolta con 2 ore di sciopero indette dalle Rsu Fiom alla Cnh di San Mauro torinese e alla Ferrari, mentre tra oggi e domani sono possibili stop alla Sevel e all'Iveco.

Al comitato centrale, anticipato a lunedì, la Fiom deciderà quale linea tenere al tavolo, e se confermare lo sciopero generale della categoria. Mentre Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl, puntano ad accelerare i tempi del negoziato per assicurare la copertura contrattuale a tutti i dipendenti Fiat, convinti di poter raggiungere condizioni migliorative sul versante economico e normativo.

Intanto, dopo che l'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo Economico sulla riconversione industriale di Termini Imerese si è concluso con un nulla di fatto, è stato fissato un nuovo round per mercoledì 30 novembre. Oggi è l'ultimo giorno di lavoro per i 1.566 dipendenti e dal 31 dicembre la Fiat ha annunciato la fine della produzione a Termini Imerese, nel frattempo si cerca un'intesa con Dr Motor di Di Risio, candidato a gestire il sito.

Di Risio si è impegnato a effettuare gradualmente fino a 1.312 assunzioni: il nodo al tavolo è rappresentato dalla mobilità incentivata. Fiat è disponibile a concedere gli incentivi, nei limiti definiti da un budget complessivo, considerati insufficienti dai sindacati che hanno individuato una platea di circa 650 beneficiari. Il Mise parla di «passi in avanti» nella trattativa spiegando che al tavolo si è convenuto che l'incentivazione sarà disponibile «unicamente per quei lavoratori che matureranno il diritto al pensionamento nel corso di vigenza degli ammortizzatori sociali». Risultato: non sono possibili uscite volontarie se non si possiedono i requisiti. Il Mise aggiunge che prima del prossimo tavolo Fiat «continuerà ad approfondire le voci che compongono il costo complessivo della collocazione in mobilità», al tempo stesso «i sindacati si impegneranno ad individuare il numero dei lavoratori potenzialmente interessati all'incentivo, mentre le istituzioni verificheranno ogni possibile sostegno alla positiva conclusione della vertenza».

Una novità che potrebbe contribuire a sciogliere il nodo degli incentivi, come sottolineato dall'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, arriva dalla Regione siciliana, che «ha messo sul tavolo la disponibilità a vedere se ci sono strumenti per una positiva soluzione della questione mobilità, in aggiunta rispetto a quelli che sarebbero già messi in campo». Fredde le reazioni del sindacato. Per Enzo Masini (Fiom) la Fiat ha una «posizione irresponsabile, sta chiudendo uno stabilimento, crea un dramma sociale e dovrebbe facilitare le soluzioni in campo», Bruno Vitali (Fim-Cisl) parla di «estenuanti passi in avanti verso l'accordo». Per Eros Panicali (Uilm) l'incontro «avrebbe dovuto essere decisivo per trovare un accordo, è stato invece ancora interlocutorio». Per Antonio D'Anolfo (Ugl) mercoledì prossimo «si vedrà se potrà arrivare un contributo aggiuntivo per gli incentivi alla mobilità necessari alla riconversione da altre parti». Si attende la risposta dalla Regione Sicilia.

I PUNTI CHIAVI DELL'INTESA SU POMIGLIANO
Rappresentanza
Si applica l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori con il riconoscimento delle rappresentanze sindacali aziendali (nominate dalle sigle firmatarie degli accordi), in alternativa alle rappresentanze sindacali unitarie introdotte dall'accordo interconfederale del 1993 (votate da tutti i lavoratori)

Pause - Clausola di responsabilità
La pausa mensa è spostata a fine turno, inoltre è prevista la diminuzione di 10 minuti delle pause: 3 stop da 10 minuti al posto di 2 da 20 , con il pagamento della differenza (37 euro lordi)

Assenteismo
Per contrastare forme di assenteismo anomalo non riconducibili ad epidemie, l'azienda non pagherà la quota retributiva a proprio carico. Una commissione bilaterale vigilerà sul fenomeno

Organizzazione del lavoro
Lo schema della turnazione è articolato in 18 turni settimanali nell'ambito delle 40 ore di lavoro ordinario. L'azienda potrà ricorrere a 120 ore di straordinario procapite senza che sia necessario un preventivo accordo sindacale, rispetto alle 40 ore del contratto

Aumento paga base
Cresce mediamente di 30 euro lordi mensili. È previsto un nuovo inquadramento professionale con fasce intermedie che produrrà benefici sulla mobilità professionale dei lavoratori. Il mancato rispetto di quanto concordato con l'azienda, da parte di sindacati, Rsa o del singolo lavoratore, libera l'azienda dagli obblighi sui contributi sindacali e i permessi retribuiti

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