Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2012 alle ore 15:09.

My24
I dieci fatti economici piu' importanti del 2011.I dieci fatti economici piu' importanti del 2011.

9) Asta della Bce per fornire liquidità. Il quotidiano economico francese La Tribune ha parlato causticamente di un Mario Draghi nelle vesti di Babbo Natale per le banche europee. La verità è meno fantasiosa: l'80% del credito in Europa passa dalla canale bancario a differenza degli Stati Uniti: ecco perché è indispensabile che in Europa questo sistema di credito non abbia problemi di liquidità. Così il 21 dicembre arriva l'asta straordinaria della Bce a tre anni che inonda il sistema bancario europeo con ben 489 miliardi di euro di liquidità supplementare che copre il 44% del total funding 2012 delle banche italiane, secondo la stima di Intermonte.

Nella sua morning note, diffusa dall'agenzia Reuters, Intermonte stima anche che il finanziamento netto per le banche italiane sia stato di 50 miliardi. La stessa stima di un finanziamento netto attorno ai 50 miliardi viene riportata in un report di Merrill Lynch secondo cui i fondi della Bce potrebbero contare per il 5% dei total asset delle banche italiane da 1,3% stimato nel 2010. Il 21 dicembre il sistema bancario italiano sottoscrive così al p/t a tre anni della Bce 116 miliardi di euro. Per aggiudicarsi la significativa quota del 23,7% del totale dei fondi è stato decisivo l'apporto, per 40,4 miliardi, dei bond garantiti dallo Stato che 14 banche hanno attivato in tempi strettissimi con il supporto di Tesoro e Bankitalia. Ora tocca alle banche dare ossigeno al sistema produttivo italiano invece che comprare obbligazioni sovrane e vincere facile con un comodo carry trade.

10) Twitter: il principe saudita Alwaleed compra azioni per 300 milioni. Sembra una notiza da relegare a fondo pagina ma non è così. E' solo la punta di un iceberg finanziario e di una rinnovata volontà di contare nello scacchiere internzionale degli sttai del Golfo persico. Il principe saudita Alwaleed bin Talal il 19 dicembre 2011 compra una quota del social network Twitter per 300 milioni di dollari. E' l'ultima mossa di una ritrovata forza dei sauditi e degli emirati del Golfo in campo economico e finanziario. Alwaleed, nipote del re saudita e in passato azionista di peso di Mediaset, ora controlla il 7% di Newscorp di Murdoch e vanta, secondo le stime della rivista americana Forbes, un patrimonio personale di circa 20 miliardi di dollari. Applicando una valutazione di 8 miliardi dollari al 100% del capitale di Twitter, l'investimento del principe saudita corrisponde al 3,75% del capitale.

Gli investitori prevedono che Twitter approdi a Wall Street quanto prima, come suggerito da grandi banche d'investimento americane, sebbene la società del social network abbia dichiarato di non avere piani a breve. L'estate scorsa, Twitter ha raccolto 400 milioni di dollari da investitori di venture capital. Al momento, Twitter vanta oltre cento milioni di clienti che si connettono al social network almeno una volta al mese. Molti ritengono che Twitter sia stato un fenomenale acceleratore nelle rivolte della Primavera araba. Con l'aquisizione i sauditi, il baluardo conservatore sunnita, mettono un piede nella società americana e nei suoi programmi di sviluppo.

Senza contare l'emiro del Qatar Hamad bin Kalifa al Thani. Oltre a comprare la squadra di calcio del Paris Saint Germain, il danaroso fondo sovrano del Qatar, la Qatar investiment authority, ha salvato le due maggiori banche greche Eurobank Eragias e Alpha Bank, investendo nella loro fusione. Qia ha quote significative nella tedesca Volkswagen e nei magazzini inglesi Harrod's. Da dove arriva tutta questa liquidità? Potere degli straordinari giacimenti di petrolio e di gas naturale dei quali è incredibilmente ricco il Qatar: un fazzoletto di terra con il Pil pro capite più alto del mondo (145 mila dollari a persona), che fattura 40 miliardi di euro l'anno.

Shopping24

Dai nostri archivi