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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 08:12.

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di Nicoletta Picchio

L'appuntamento è alle 15,30 a Palazzo Altieri, sede dell'Abi: la firma della moratoria sui prestiti alle piccole e medie imprese, per allentare la morsa del credit crunch che si fa sentire in questa fase di crisi. Da qualche settimana si stava lavorando ad un nuovo accordo, sulla scia dell'avviso comune firmato il 3 agosto del 2009. Domani, attorno al tavolo, ci saranno Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia, l'Alleanza delle coop, Assoconfidi e tutte le altre associazioni di impresa.

Nel 2009 c'era l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, seduto al tavolo. Oggi a sottoscrivere il documento saranno presenti il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, e il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli.
Per il mondo imprenditoriale è una fondamentale boccata d'ossigeno. Ancora ieri sono arrivati dati che testimoniano le difficoltà che hanno le aziende a reperire liquidità: secondo le elaborazioni della Banca d'Italia c'è stata una frenata dei prestiti alle imprese concessi dalle Istituzioni finanziarie monetarie (Ifm) residenti in Italia, classificazione che comprende oltre alle banche, i fondi comuni e le altre istituzioni finanziarie. In base ai numeri le consistenze dei prestiti a gennaio sono ammontate in cifra assoluta a 910.111 milioni, in crescita dell'1,1% rispetto allo stesso mese del 2010. Il tasso di crescita tendenziale delle consistenze è inferiore a quello registrato a dicembre, con 905.279 milioni, +2,82% su base annua.

Pochi giorni fa, al Forex di Parma, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha esortato le banche ad evitare che le aziende possano entrare in «asfissia creditizia», affermando che a dicembre 2011 si è verificata una contrazione record dei prestiti all'economia di 20 miliardi. La carenza di credito alle imprese non aiuterebbe l'uscita dalla recessione.
«Stiamo lavorando molto sul tema del credit crunch, la restrizione del credito è il problema più sentito dagli imprenditori, in particolare nel Mezzogiorno», ha detto ieri la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, annunciando la firma di oggi.

La moratoria, che dal 2009 è stata costantemente rinnovata, come scrive un comunicato dell'Abi, ha consentito di lasciare a circa 260mila imprese 15 miliardi di liquidità, a disposizione dell'economia reale. Dal lato dei cittadini, invece, con la moratoria per i mutui appena rinnovata 55mila nuclei familiari hanno potuto contare su circa settemila euro all'anno di liquidità per far fronte ai bisogni più urgenti.

Le linee guida dell'accordo che sarà firmato oggi prevedono la validità dell'avviso comune per tutto il 2012; l'invarianza dei tassi, un punto importante su cui si è discusso fino all'ultimo. È prevista una moratoria di 12 mesi per i mutui e di sei mesi per i leasing. L'avviso comune riguarderà i finanziamenti a medio e lungo termine (si veda l'articolo in basso).
La moratoria, comunque, è uno dei tasselli della strategia anti credit crunch su cui governo, imprese e banche stanno lavorando. Ieri la presidente di Confindustria ha sollevato l'altro grande tema: i ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione, l'altra faccia della medaglia delle difficoltà di finanziamento delle imprese. «Si tratta di 70 miliardi di euro. Nel Sud i ritardi con cui le amministrazioni pagano è uno dei motivi principali di fallimento delle aziende».

Così come c'è stato il pressing sulla moratoria, continuerà su questo versante: «Siamo pronti a trovare una soluzione definitiva - ha detto Marcegaglia - perchè non possiamo continuare a nascondere questo problema e lasciarlo sulle spalle delle imprese».

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