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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 08:18.
Una situazione che non stupisce. In queste situazioni, con l'enorme liquidità in giro e l'incertezza che regna sovrana (a marzo l'indice Zew tedesco è sceso a 14,1 punti, sotto le stime) , le scelte degli operatori si polarizzano: è il fenomeno del risk on e del risk off. Se penso che il futuro prossimo sia negativo, esco dal rischio (risk off) e vendo; al contrario, se penso per il meglio compro il rischio (cioè le azioni di Borsa e sono risk on).
L'intervento della BoJ
Così, le manovre straordinarie delle bance centrali più di tanto non possono fare. Sempre in Giappone, la Banca centrale ha nuovamente tentato di fronteggiare la crisi, iniettando altri 3.000 miliardi di yen (26 miliardi di euro) per stabilizzare l'economia. Un passaggio che si somma ai 5.000 e 15.000 miliardi di yen messi a disposizione dalla BoJ ieri mattina. La strategia ha ridotto le perdite ma non ha impedito, ovviamente, gli ordini di vendita.
Le altre Borse asiatiche
Ordini che sono stati massicci anche nelle altre piazze del Far east: la borsa di Hong Kong ha perso il 2,86% con l'indice Hang Seng sceso a 22.678,25 punti. A Shanghai l'indice Composite è calato dell'1,41% a 2.896,26 punti, depresso anche dalle aspettative di rialzo nei tassi di interesse cinesi.
Il mercato dei cambi
L'euro, dopo uno scivolone fino a 1,3856 dollari, si è attestato a 1,3980 dollari, poco mosso rispetto a 1,3987 della chiusura di ieri, quando l'ottimismo sull'accordo raggiunto in sede Ue per il fondo di sostegno aveva stimolato la divisa comune. Il dollaro ha perso terreno sullo yen scendendo a 80,8 da 81,65 della vigilia e contro l'81,20 di stamane, dopo la nuova iniezione di liquidità della BoJ. Anche l'euro perde contro lo yen a 112, 7 da 114,11 di ieri.
L'oro nero
Anche i prezzi del petrolio finiscono per cedere al generale allarmismo causato dal disastroso quadro del Giappone, e il barile segna ribassi superiori ai 5 dollari. Sull'InterContinental Exchange di Londra il barile di Brent, il greggio del mare del Nord cala di ben 5,06 dollari a quota 108,09, laddove nelle passate settimane, sulla scia delle tensioni in Libia era arrivato a sfiorare 120 dollari. Nel frattempo negli scambi elettronici sul New York Mercantile Exchange il barile di West Texas Intermediate cala a 97,71 dollari, o 3,43 dollari in meno rispetto alla chiusura di ieri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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