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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 16:43.

La Banca Centrale Europea starebbe mettendo a punto gli ultimi ritocchi ad un nuovo piano di aiuti per dare liquidità alle banche in difficoltà dell'Eurozona, a partire da quelle dell'Irlanda. L'aiuto consentirebbe tempi più lunghi per la restituzione dei prestiti e, secondo una fonte vicina all'operazione, è stato inizialmente costruito proprio «su misura delle banche irlandesi».
L'operazione dovrebbe essere annunciata la prossima settimana, subito dopo i risultati degli 'stress test' sulle banche irlandesi, attesi per il 31 marzo. La fonte ha riferito che, anche se inizialmente il piano sarebbe applicato agli istituti di credito dell'Irlanda, potrebbe successivamente essere adattato in maniera più ampia nell'Eurozona.
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Rialzo dei tassi quasi certo
Intanto i dati emersi dai sondaggi tra i direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere e dei servizi dell'Eurozona rendono quasi certo un aumento dei tassi di interesse da parte della Bce. Lo scrivono, Lavinia Santovetti e Stella Wang, economiste di Nomura.
Nel mese di marzo, l'indice Pmi manifatturiero é sceso in marzo a 57,7 da 59 punti del mese precedente, quello dei servizi é salito a 56,9 da 56,8. Si tratta di livelli ampiamenti superiori al limite di 50 punti, lo spartiacque che divide le fasi di espansione economica da quelle di contrazione.
In linea generale, l'andamento degli indici Pmi "indica una crescita solida. Abbiamo così rivisto al rialzo a +0,7%, la nostra previsione sulla variazione congiunturale del Pil dell'Eurozona nel primo trimestre", é scritto nel rapporto. Il mix tra crescita economica solida e il tono rialzista dei prezzi delle materie prime, "sostengono la nostra convinzione che la Bce alzerà i tassi di interesse nel mese di aprile", conclude il rapporto.
Massa monetaria in aumento
L'offerta di moneta nell'area euro si è rafforzata più del previsto, mentre a febbraio la crescita dei prestiti al settore privato ha raggiunto il 2,6 per cento su base annualizzata, due decimali in più rispetto a gennaio. Dinamiche che potrebbero cementare l'apparente determinazione della Banca centrale europea a procedere a un rialzo dei tassi di interesse ad aprile. Sempre a febbraio il generale aggregato M3, elaborato dalla stessa Bce e che misura l'offerta di moneta nell'Unione valutaria, ha raggiunto un tasso di crescita annuo del 2 per cento, dal più 1,5 per cento cui era rallentato a gennaio, qualche decimale oltre le attese medio degli analisti.
Sospinta dai rincari del petrolio, l'inflazione sta aumentando nell'area euro, come nel resto del mondo. I tassi di interesse ufficiali - che a cascata si riflettono su tutto il comparto del credito bancario - sono il principale strumento con cui le banche centrali possono cercare di contrastare il caro vita: più sono elevati, più disincentivano gli aumenti sui prezzi e le rivendicazioni salariali. Al tempo stesso però i tassi elevati tendono a frenare il credito e così l'attività economica.
A inizio marzo la Bce ha confermato i tassi ufficiali dell'area euro al minimo storico dell'1 per cento, ma il presidente Jean-Claude Trichet ha esplicitamente avvertito che ad aprile sarebbe stato possibile un aumento. Da allora diverse prese di posizioni di esponenti dell'istituzione monetaria hanno confermato questa prospettiva. E nella sua analisi sui rischi di inflazione, oltre ai tradizionali indicatori macroeconomici rilevanti sulla dinamica dei prezzi la Bce prede in considerazione anche quelli sulla dinamica dell'offerta di moneta, come l'M3 appunto.
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