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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 13:05.

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Euribor e tassi Bce all'insù. I consigli per vecchi (e nuovi) mutui - Calcola l'aumento della prossima rataEuribor e tassi Bce all'insù. I consigli per vecchi (e nuovi) mutui - Calcola l'aumento della prossima rata

Tassi all'insù. La lunga pausa espansiva orchestrata dalla Banca centrale europea è terminata. Al suo posto, sono in arrivo una serie di mini-strette che dovrebbero portare il costo del denaro intorno al 3% nell'arco dei prossimi 2-3 anni. Che siamo entrati in una fase di politica monetaria restrittiva lo ha indicato la stessa Bce che - dopo il rialzo dei tassi giovedì 7 aprile dall'1 all'1,25%, il primo da luglio 2008 - non ha escluso altre strette di qui a fine anno. Tra le previsioni più accreditate fra gli esperti l'ipotesi è di un doppio rialzo, sempre da un quarto di punto: uno a luglio e il secondo entro dicembre, oppure a inizio 2012.

Che siamo entrati in una fase di politica monetaria restrittiva lo indicano anche i future sull'Euribor a 3 mesi che proiettano questo indicatore - amato e odiato da chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile - appunto intorno al 3% nel 2014.

Insomma, complice lo spauracchio dell'aumento dell'inflazione (il cui controllo entro la soglia del 2% resta l'obiettivo primario dell'attività della Banca centrale europea) e una lenta armonizzazione del quadro macroeconomico europeo (dopo la pesante recessione del 2009) il costo del denaro ha iniziato un cammino (seppur lento) verso la normalizzazione intorno alla media storica degli ultimi 10 anni, ovvero verso il traguardo del 3 per cento.

Mutuo variabile: che fare?
Ne consegue, che i soggetti che sono alle prese con il rimborso di un mutuo a tasso variabile dovranno prepararsi a pagare rate via via più care. Il periodo di vacche grasse (con Euribor e tassi Bce ai minimi storici e rate ridotte ai minimi termini) è terminato. Ciò non vuol dire che la nuova fase che si sta aprendo sia, di riflesso, allarmante (posto che le banche non ne approfittino per aumentare gli spread). Questo perché i tassi restano decisamente più bassi della media storica (3%) e prima che vi arrivino - dando una sbirciata al mercato dei future - ci vorranno ancora almeno un paio d'anni. E quand'anche vi arrivino non è detto che continuino poi a crescere. Tutto, trattandosi di macroeconomia, è legato al quadro congiunturale dell'Eurozona. Più forte sarà la ripresa, maggiore sarà la spinta verso la normalizzazione dei tassi. E viceversa.

Pertanto, chi sta rimborsando un mutuo a tasso variabile - prima di valutare un eventuale passaggio al fisso, attraverso lo strumento della surroga con un altro istituto qualora non vada in porto il tentativo di rinegoziazione con il proprio - farebbe bene a effettuare uno stress test sulla rata del mutuo, ipotizzando come questa evolverebbe in ragione di vari ritocchi all'insù (che probabilmente ci attendono).

Quanto aumenterà la tua rata?
A questo proposito il Sole24ore.com ha sviluppato un calcolatore per individuare quale impatto avrà sulle prossime rate l'aumento di 25 punti del tasso Bce annunciato dall'istituto di Francoforte nel direttivo del 7 aprile. Impatto che, a livello generale, potrebbe attestarsi intorno al 2,5%. Aumento peraltro anticipato dall'andamento degli Euribor che hanno inglobato la stretta con una decina di giorni di anticipo (cosiccome ora, essendo l'Euribor a 3 mesi all'1,33%, iniziano già a scontare un nuovo rialzo estivo). Per effettuare il calcolo della nuova rata è sufficiente inserire debito residuo, tasso applicato nell'ultima rata e durata residua del prestito ipotecario.

Allo stesso tempo chi, orientativamente, si appresta a stipulare un nuovo mutuo può dare un'occhiata a questa simulazione che proietta la variazione delle rate nell'eventualità di più strette, con tassi Bce fino al 3,5 per cento.

Eurobor a 3 mesi scatta all'1,33%
Come indicato, gli Euribor a 3 mesi continuano a salire anticipando la prossima stretta monetaria, ipotizzata in estate. Oggi il parametro a 3 mesi - a cui è agganciata la maggior parte dei nuovi mutui a tasso variabile erogati - si è portato all'1,33%, sui livelli di maggio 2009. Si tratta del 20esimo rialzo consecutivo per l'Euribor, l'indice che esprime il tasso di interesse interbancario a cui le banche si prestano capitali fra loro, fissato ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dall'European Banking Federation alle ore 11. In rialzo anche l'Euribor a 1 mese all'1,156 per cento.

Mutuo a tasso fisso che fare?
Chi ha intenzione di surrogare un variabile a fisso o di stipulare un nuovo mutuo a tasso fisso deve tener conto che anche gli Eurirs - i tassi a cui sono agganciate le rate dei mutui fissi - sono in risalita. Questo perché la risalità dei tassi fa risalire anche i rendimenti del Bund tedesco al cui andamento sono indirettamente collegati gli Eurirs. L'indice a 20 anni è balzato al 4,07% (rispetto al 3,9% del mese scorso e al 2,67% di fine agosto). Si tratta di un valore vicinissimo alla media di questo parametro degli ultimi 10 anni (4,12%). Pertanto, affidandosi alla statistica, si ricava che i mutui a a tasso variabile sono ancora a sconto (Euribor all'1,32% rispetto a una media del 3%), mentre quelli a tasso fisso si stanno attestando su una sorta di "fair value virtuale", un valore corretto ipotetico.

Pertanto, al netto di eventuali spropositati spread o alti costi impliciti, in questa fase i mutui a tassi fisso (che in molti casi hanno superato il tasso finale del 5%) risultano più cari di circa 250-300 punti base rispetto ai variabili (che viaggiano intorno al 2,5% ma sono destinati a salire e via via ad annullare questo forte vantaggio iniziale). Ma rispetto alla media storica dei tassi fissi non risultano nè troppo cari, nè troppo scontati.

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