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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 16:14.

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LinkedIn debutta con il botto a New York (Reuters)LinkedIn debutta con il botto a New York (Reuters)

Al debutto sul palcoscenico di Wall Street le azioni di LinkedIn hanno preso il volo. Partite da un prezzo di collocamento di 45 dollari per azione e subito arrivate a 90 dollari, hanno poi continuato la cavalcata, arrivando fino a 122,7 dollari per chiudere a quota 94,25, di fatto raddoppiando il valore: la società capitalizza nove miliardi di dollari, 24 volte i ricavi annualizzati del primo trimestre. Un incremento ben superiore, quindi, al 30% segnato all'inizio di maggio dalla prima rete sociale online quotata a New York, il Facebook cinese RenRen. Oltretutto con questi multipli Facebook, per dire, varrebbe addirittura 100 miliardi. Cifre che fanno pensare a una nuova bolla speculativa sulle società Internet. Appena due giorni fa LinkedIn aveva aumentato la forchetta a 42-45 dollari. «Continueremo a investire, stiamo crescendo al passo più rapido della nostra storia», ha commentato l'amministratore delegato Jeff Weiner.

Perché tanto interesse? Il network vanta cento milioni di utenti: i suoi iscritti pubblicano su internet il loro curriculum professionale e ricostruiscono la rete di contatti lavorativi che hanno acquisito nel tempo. Il tutto diventa una miniera di informazioni. I talent scout pagano per avere un'ampia scelta tra i profili online e selezionare candidati: i loro versamenti rappresentano metà del giro d'affari. Gli utenti possono scegliere di sottoscrivere un abbonamento per accedere a funzioni avanzate, per esempio un'email da inviare ad altre persone su LinkedIn che, però, non fanno parte dei propri contatti. Inoltre può contare sulle campagne pubblicitarie. L'anno scroso la crescita del giro d'affari è stata del 178% nell'area "talent scout" e 116% per il marketing.

LinkedIn è il primo a quotarsi tra i social network globali come Facebook e Twitter che hanno conquistato l'attenzione del pubblico online. Fondato otto anni fa, ha ricevuto nel tempo finanziamenti per cento milioni di dollari. L'anno scorso ha ottenuto per la prima volta un guadagno: l'utile era di 15,4 milioni di dollari. Ma alle origini della sua lunga marcia ha due figure chiave e un'area geografica, la Silicon Valley californiana dove sono concentrate in pochi chilometri le aziende hi-tech. Nel 2003, infatti, Reid Hoffman scommette su un social network per i contatti professionali: può contare su una fitta rete di relazioni con i suoi ex colleghi di Paypal che in pochi anni fiuteranno affari miliardari: Peter Thiel, per esempio, è stato tra i primi a investire su Facebook. E Chad Hurley ha fondato YouTube. Tanto che qualcuno parla, con tono ironico, di «Paypal mafia». La sede degli uffici del social network viene stabilita nella cittadina di Mountain View, a pochi passi da Google e dall'università di Stanford.

L'altro artefice del traguardo raggiunto da LinkedIn con la quotazione in borsa è Michael Moritz, fondatore e motore del gruppo Sequoia Capital: ha supportato colossi hitech quando erano ancora piccole società visionarie, come Apple, Google e Paypal. E nel 2003 investe quattro milioni di dollari su LinkedIn. Ma l'attesa sarà lunga. L'anno successivo inizia il decollo di Facebook: di recente ha superato la soglia di 600 milioni di utenti attivi. Nel 2006 debutta Twitter. E la competizione diventa intensa. Per un anno LinkedIn non guadagna altri utenti. Poi, riprende a correre. E da quel momento conquista le nazioni fuori dai confini degli Stati Uniti a passi da gigante. Dopo il debutto al New York Stock Exchange Hoffman conserva il 20% delle azioni e Sequoia Capital non venderà titoli.

Altri social network sono in fila per la quotazione. Facebook sarà il più atteso, ma le previsioni sono di un arrivo sul mercato per l'anno prossimo. Groupon è una società specializzata nello shopping online e negli acquisti di gruppo: in due anni dichiara di aver raggiunto 70 milioni di utenti. Secondo le ultime stime il suo ingresso sul listino può arrivare a 15-20 miliardi di dollari. Anche Zynga ha annunciato il suo interesse a quotarsi: progetta videogiochi integrati con Facebook, come la fattoria digitale Farmville e Cityville. Ma si moltiplicano i dubbi di una bolla per i social network.

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