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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2011 alle ore 17:40.
L'ultima modifica è del 15 giugno 2011 alle ore 09:06.

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Il Primo Ministro greco George Papandreou (Reuters)Il Primo Ministro greco George Papandreou (Reuters)

di Vito Lops
Di giorno in giorno le notizie che arrivano (o non arrivano) dalla Grecia stanno avendo, sui mercati finanziari, l'effetto farfalla di Edward Lorenz: basta la minima indiscrezione per provocare tensioni a ripercussione sulle piazze finanziarie globali.

E l'ultima notizia arrivata ieri sera in merito alla questione del collasso del debito pubblico di Atene - i ministri dell'Ue non hanno trovato un accordo sulla seconda tranche di aiuti rimandando la questione a domenica prossima - ha già sortito questa mattina il suo effetto domino.

Dall'indebolimento dell'euro alle tensioni dei governi dell'Ue (che potrebbero essere chiamati a contribuire con altri 20 miliardi di euro per ricapitalizzare il sistema bancario greco). Fino al declassamento delle tre big francesi del credito, particolarmente esposte in titoli greci, come indicato questa mattina dall'agenzia di rating statunitense Moody's. Il tutto nel giorno in cui lo organizzazioni sindacali hanno proclamato per oggi lo sciopero generale che rischia di mandare in paralisi il Paese. Nel tardo pomeriggio è intervenuta anche la Bce, che ha insistito sui rischi elevati per la stabilità dell'Eurozona ed ha esortato ad applicare i programmi di risanamento negoziati dai singoli Paesi con la Ue e il Fmi.

Servono altri 20 miliardi? Euro sotto pressione
Partiamo dall'indebolimento dell'euro che resta sotto pressione sia nei confronti del dollaro (ha aperto a 1,4389 dollari contro 1,4471 della chiusura di ieri) e, in particolare, nei confronti del franco svizzero (che viaggia sui massimi di tutti i tempi sulla divisa continentale). Pressioni sull'euro sono venute anche da un articolo del Financial Times secondo cui il piano di ristrutturazione del debito della Grecia potrebbe costringere i governi della zona euro a fornire fino a 20 miliardi extra per ricapitalizzare il sistema bancario ellenico.

Secondo il quotidiano finanziario l'ulteriore iniezione di liquidità è legata al piano di salvataggio proposto dalla Germania, che prevede la partecipazione dei creditori privati. Una mossa che costringerebbe le agenzie di rating a classificare l'estensione delle scadenze sul debito greco come «default selettivo». Secondo il Ft i ministri delle finanze europei starebbero valutando tre opzioni per il coinvolgimento del settore privato nel nuovo programma di aiuti. La più drastica prevede uno scambio volontario del debito con un'estensione delle scadenze dei bond per consentire ad Atene di guadagnare tempo e fare i conti con la crisi del debito.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, suggerisce un'estensione di sette anni. I ministri europei, come si legge nella bozza discussa a Bruxelles ed entrata in possesso del Ft, calcolano che se il 100% dei creditori aderisse a questa proposta ciò «eliminerebbe virtualmente la necessità di un finanziamento ufficiale» per i prossimi 5 anni e mezzo. La seconda e la terza opzione riguardano, invece, proposte in linea con l'iniziativa di Vienna e cioè una sostituzione volontaria dei titoli in scadenza, che renderebbe meno probabile il rischio di un default. Queste due opzioni sono appoggiate dalla Bce e dalla Francia, mentre Berlino è più propensa a puntare sulla prima opzione

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