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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2011 alle ore 08:16.

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di Laura Serafini
L'intervento della Bce abbassa la febbre del rischio Italia. Ma l'acquisto mirato dei BTp da parte della Banca centrale europea non è sufficiente a stabilizzare la pressione sui titoli italiani. Il mercato si conferma venditore del debito pubblico tricolore: la riprova si legge nell'andamento dello spread, il divario tra BTp a 10 anni e Bund tedeschi della stessa durata, che ieri attorno alle 18 si attestava a 308 punti, dopo aver toccato il minimo a inizio mattinata di 288 punti.

La Bce ha iniziato attorno alle 10 a comprare BTp e Bonos spagnoli e i rendimenti dei titoli sono scesi nel giro di poco di 100 punti base. In realtà il calo dei rendimenti era iniziato già dal primo mattino, a riprova che l'effetto annuncio sulla nuova determinazione della Banca centrale europea aveva riportato un po' di ottimismo sul mercato.

Ma il bilancio sull'andamento negativo delle Borse asiatiche e, a fine mattinata, i segnali che Wall Street avrebbe aperto in ribasso dopo il declassamento di S&P del rating degli Stati Uniti, hanno riportato il pessimismo tra gli investitori. Che per tutta risposta restano alla larga dai titoli di debito pubblico europei, ad eccezione dei Bund tedeschi. Continua, dunque, la corsa ai beni rifugio considerati sicuri: il rendimento dei Bund decennali ieri ha segnato un altro record, scendendo fino a 2,24 per cento. In realtà non si capisce perché gli investitori continuino a comprarli: ormai rendono decisamente meno dell'inflazione, che in Germania luglio è stata del 2,4 per cento. (Pensano forse che in agosto i prezzi tedeschi aumenteranno?). Altra cartina di tornasole su quanto sta accadendo sui mercati è l'andamento tra i titoli francesi e i Bund: lo spread ieri è rimasto a livelli record, a quota 89 punti.

La flessione dei rendimenti dei titoli italiani e spagnoli è da attribuire, dunque, in buona parte all'effetto calmierante dell'intervento della Bce.
Ed è probabile che il costante superamento dello spread tra titoli italiani e tedeschi rispetto a quello tra spagnoli e tedeschi sia dovuto al maggior impatto ottenuto dall'Eurotower, a parità di somme investite, sui titoli del debito iberico perché è dimensionalmente inferiore a quello italiano. Anche se, a onor del vero, lo spread tra i due paesi periferici è tornato ad allargarsi nel tardo pomeriggio: allo 18 era attorno a 13 punti, con il rendimento sui BTp a 10 anni pari a 5,33%, contro un 5,2% dei Bonos spagnoli. Lo spread tra Bonos e Bund è sceso fino a 284 punti in mattinata, per tornare a 295 punti nel pomeriggio.

La giornata di ieri sembra rivelare ancora scetticismo del mercato nei confronti della politica italiana, anche dopo le misure annunciate venerdì sera. Vanno nella giusta direzione, come indicato dal vertice della Bce e della Commissione europea, ma non sono ancora sufficienti. Perlomeno fino a quando gli annunci non saranno tradotti in provvedimenti legislativi che ne renderanno leggibili gli effetti pratici nel breve periodo. È dunque probabile che la pressione sui rendimenti dei titoli italiani continui almeno fino a giovedì, quando potrebbe tenersi - ma non v'è certezza - un consiglio dei ministri per approvare un decreto che dia attuazione all'anticipo dei target di pareggio del bilancio.

I dubbi degli operatori sono ancora consistenti perché, oltre che sulla capacità del governo di effettuare tagli alla spesa pubblica, gli interrogativi si concentrano sull'altra variabile che a fronte del contenimento dei costi consente il pareggio, ovvero la crescita. Il consensus del mercato sul ritmo di crescita stimato per l'Italia nel 2012 e nel 2013 è meno ottimista rispetto alle previsioni del governo. E questo contribuisce a rendere ancora più importante la sfida che l'esecutivo si trova ad affrontare questa settimana.

La domanda che molti si pongono è fino a che punto la Bce riuscirà a contrastare il trend di vendite sui titoli di debito pubblico dei paesi periferici, visto che oltre a Italia e Spagna, sta continuando a comprare i titoli irlandesi e portoghesi. Secondo le stime degli operatori delle sale operative la Banca centrale, ieri, avrebbe speso circa 5 miliardi in titoli italiani e spagnoli. Le Borse, nel frattempo, sono andate a picco: la forte flessione segnata da Parigi e Francoforte, rispettivamente oltre il 4 e il 5%, contro un -2,5% di piazza Affari, potrebbe anche far pensare che gli investitori stiano penalizzando i paesi ai quali viene chiesto un sacrificio per andare in soccorso di altri, anche se questo per ora si traduce soltanto nell'intervento della Bce.

La situazione in questi giorni è comunque esasperata dalle incertezze che arrivano dagli Stati Uniti, per cui una ripresa di fiducia oltreoceano potrebbe aiutare il difficile percorso in cui sono impegnate in queste ore l'Europa, ma soprattutto l'Italia. (L. Ser.)

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