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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 13:30.

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Barroso, rafforzare il fondo salva stati e adottare un approccio coordinato per rafforzare le bancheBarroso, rafforzare il fondo salva stati e adottare un approccio coordinato per rafforzare le banche

Una road map per uscire dalla crisi dell'euro. Il presidente della Commissione europea presenta il piano per restaurare la fiducia nell'area euro e indica una serie di azioni da adottare rapidamente e in modo integrato. Il tempo stringe e Jose Manuel Barroso sottolinea che al vertice europeo del 23 ottobre «dobbiamo raggiungere un accordo».

Anticipare di un anno l'istituzione dell'Esm
Nella road map illustrata da Barroso all'Europarlamento compaiono alcune novità rilevanti sulle quali andrà verificata la disponibilità dei paesi membri. La Commissione europea invita, ad esempio, i paesi euro ad anticipare di un anno, dal 2013 al 2012, l'istituzione del Fondo europeo di stabilità che prenderà il posto dell'Efsf.«Il fondo salva-Stati deve essere potenziato per essere più di uno scudo, deve avere un vera e propria potenza di fuoco», ha detto Barroso. La differenza tra l'attuale Fondo salva-stati (Efsf) e quello attualmente previsto da metà 2013 (Esm) riguarda due aspetti. Il primo i mezzi a disposizione: attualmente l'Efsf, cioé il Fondo che emette bond e poi presta il ricavato agli stati sotto programma di assistenza (Grecia, Irlanda e Portogallo), opera sulla base di garanzie degli stati. Il Fondo permanente avrà una capacità di prestito di 500 miliardi effettivi (e non 440 miliardi come l'Efsf) a fronte di un capitale autorizzato di 700 miliardi più un capitale iniziale versato di 80 miliardi con versamenti diluiti in cinque anni e l'impegno a mantenere un minimo di 15% di ratio tra capitale versato e totale delle emissioni in essere. Il secondo motivo riguarda il coinvolgimento diretto delle banche alla ristrutturazione del debito sovrano: da luglio 2013 tutti i nuovi titoli emessi dai governi Eurozona con scadenza superiore all'anno conterranno una clausola di azione collettiva che renderà possibile ciò che oggi é soltanto volontario. Si tratta di vedere se anche questa parte degli accordi sull'Esm sarebbe anticipata dato che a luglio la Ue si era impegnata a prevedere la clausola sui nuovi bond a partire da metà 2013.

Approccio coordinato sulle banche, intervento in cinque mosse
Il presidente della Commissione europea ha dedicato, poi, un capitolo importante della road maop al sistema bancario europeo, fissando anche alcune condizioni per il rafforzamento degli istituti di credito. Sottolineando l'importanza di un «approccio coordinato» dell'Europa Barroso ha indicato cinque principi sui quali incardinare l'intervento urgente a sostegno delle banche per rompere il circolo vizioso della sfiducia.
Per riportare la fiducia nel settore bancario europeo, indica Bruxelles, «è necessario uno sforzo di ricapitalizzazione coordinata e con obiettivi precisi». Il riferimento è alla necessità di definire dei livelli minimi 'temporanei' più alti di ratio di capitale. Il primo "paletto" riguarda la copertura dell'intervento di ricapitalizzazione: la Commissione ritiene che debba comprendere tutte le banche coinvolte nello stress test escluse quelle che non hanno attività estere. Il secondo è sul debito sovrano: vanno conteggiate tutte le esposizioni delle banche sulla base di una «prudente valutazione di tutto il debito sovrano detenuto sia nel banking book che nel trading book». Il terzo "paletto" rende necessario un ratio di capitale si gnificativamente più alto e delle massima qualità al netto delle esposizioni al debito sovrano. Il quarto riguarda le ricapitalizzazioni: le banche che non dispongono del capitale adeguato ai nuovi parametri necessario dovranno presentare dei piani di ricapitalizzazione e attuarli nel più breve tempo possibile. Per quanto concerne le tappe possibili della ricapitalizzazione (quinto "paletto"), la Commissione indica un percorso preciso: prima le banche dovranno usare "risorse private" per finanziarsi comprese ristrutturazioni o la conversione di debito in strumenti "equity". Se necessario i governi nazionali intervengono e se questo non è possibile entra in gioco l'Efsf (il Fondo salva-stati) con prestiti.

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