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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 08:18.
L'ultima modifica è del 09 marzo 2012 alle ore 16:09.

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Chiusura negativa per Piazza Affari, in decisa controtendenza rispetto all'andamento delle altre Borse europee (segui gli indici nel box a destra) e di Wall Street, spinte dal successo dell'operazione di scambio sui titoli di Stato della Grecia, che allontana per ora i rischi di bancarotta, e dai dati migliori del previsto sul mercato del lavoro Usa. L'indice FTSE MIB ha perso l'1,11% a 16.479 punti.

Piazza Affari
La Borsa di Milano è stata zavorrata dalle pesanti perdite che oggi si sono abbattute sui titoli bancari: Banca Mps -5,22%, Banco Popolare -3,86%, Bpm -3,64%, Mediobanca -3,59%, Unicredit-3,04%, Intesa Sanpaolo -2,93%. Sugli scudi invece Lottomatica (+5,3%) dopo i risultati 2011 e il miglioramento delle stime per il 2012 e 2013.

Wall Street
Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,14% a 12.926,18 punti, il Nasdaq avanza dello 0,60% a 1.371,03 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,38% a 1.371,03 punti.

Borse europee
Piazza Affari maglia nera d'europa. Se l'Indice FTSE MIB oggi ha perso terreno, le altre principali piazze continentali, con l'esclusione di Madrid (-0,30%) hanno chiuso in attivo: Parigi a +0,26%, Londra +0,60% e Berlino a +0,67%.

Usa, bene i dati sull'occupazione
Negli Stati Uniti sono stati creati 227mila posti di lavoro nel mese di febbraio, oltre le attese degli analisti che avevano previsto circa 213mila posti. Tuttavia la creazione di lavoro è risultata in rallentamento rispetto a gennaio, quando le nuove buste paga erano state 284mila. Il tasso di disoccupazione é rimasto stabile all'8,3%. I dati sono stati diffusi dal Dipartimento del Lavoro.

Spread sotto i 300 punti
Risale sopra la soglia dei 300 punti lo spread Btp/Bund, dopo che in mattinata il differenziale tra i due titoli di Stato decennali era sceso fino a 287 punti base, facendo segnare nuovi minimi da fine agosto. A metà pomeriggio lo spread è risalito a 304 punti, per poi chiudere su questa soglia. Il rendimento del BTp è fermo al 4,8%, in linea con la chiusura di ieri.

Euro stabile
Avvio sulla parità per l'euro sui principali mercati valutari del Vecchio continente. In apertura la moneta unica viene scambiata a quota 1,3243 sul dollaro, sostanzialmente invariata rispetto alla rilevazione ufficiale della Bce fissata ieri a 1,3242.

Germania, cresce il surplus commerciale
In Germania il surplus commerciale si è attestato a 13,1 miliardi, in crescita del 29,7% su base annua e dell'1,5% mensile. E' quanto emerge dai dati provvisori resi noti dall'Ufficio federale di statistica Destatis. Nel dettaglio, le esportazioni sono cresciute del 9,3% annuo e dell'1,05% mensile a 85,9 miliardi, mentre le importazioni sono state pari a 72,8 miliardi (+6,3% e +1%). L'indice dei prezzi al consumo é salito dello 0,7% mensile e del 2,3% annuo in febbraio.

Male la produzione in Gran Bretagna
Gran Bretagna la produzione manifatturiera è salita dello 0,1% mensile e dello 0,3% annuo in gennaio. Il dato mensile é inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto una crescita dello 0,3%. Il dato tendenziale era invece previsto a +0,2%.

Tokyo chiude in netto rialzo

Chiusura in netto rialzo per la borsa di Tokyo: l'indice Nikkei 225 segna un rialzo dell'1,65% a 9.929 punti. Alla tendenza in rialzo ha contribuito inoltre il deprezzamento dello yen sui mercati valutari, giudicato potenzialmente benefico per l'export giapponese. In chiusura l'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato così 160,78 punti e si è quindi issato a quota 9.929,74: in precedenza aveva peraltro fatto registrare un picco a quota 10.007,62, sfondando la soglia psicologica dei 10.000 punti per la prima volta dopo sette mesi.
Bene oggi anche il Topix relativo all'intero listino, che a sua volta è cresciuto di 12,55 punti pari all'1,50% per attestarsi infine a quota 848,71.

Cina, l'inflazione rallenta
In Cina l'inflazione ha rallentato il passo in febbraio, quando i prezzi al consumo sono cresciuti del 3,2% su base annua dopo il 4,5% di gennaio. Si tratta di una frenata più consistente di quanto atteso dal mercato, che puntava su un'inflazione al 3,4% in febbraio. Il dato riflette in particolare l'andamento dei prezzi del settore alimentare, che nel mese sono saliti del 6,2%, in deciso rallentamento dal 10,5% di gennaio. In febbraio, inoltre, sono rimasti invariati i prezzi alla produzione, contro il +0,7% di gennaio a fronte del +0,1% previsto dagli analisti.

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