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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2012 alle ore 17:35.
L'ultima modifica è del 04 aprile 2012 alle ore 13:20.
La Spagna spaventa i mercati. Oggi Madrid ha emesso 2,59 miliardi di Bonos. La notizie è che dopo una mini-serie di aste positive da gennaio (con rendimenti in calo e domanda in aumento) il collocamento odierno ha evidenziato una brusca inversione di tendenza: tassi in rialzo e domanda meno sostenuta rispetto alle ultime emissioni. Un ulteriore segnale del momento di difficoltà che sta vivendo Madrid. Rimbalzato subito sui mercati dove lo spread tra i Bonos e i Bund a 10 anni ha toccato un picco a 392 punti, riavvicinandosi pericolosamente a quota 400. Peggiorano anche le Borse con Francoforte maglia nera in Europa.
Non è da escludere, a questo punto che, come hanno già fatto negli ultimi due anni Grecia, Irlanda e Portogallo anche la Spagna possa far ricorso «a una qualche forma di programma di aiuti da parte della Troika (Ue-Fmi-Bce, ndr)». Lo sostengono in una nota gli economisti di Citi, aggiungendo, secondo quanto segnalato da DowJones, che la richiesta «potrebbe essere una condizione per un ulteriore supporto della Bce alle banche spagnole e/o allo Stato».
Se Madrid dovesse effettivamente ricevere questi aiuti, gli economisti si aspettano che la Spagna «continui almeno parzialmente a finanziarsi sul mercato», anche se parte del suo funding «sarà fornito dal Fondo monetario internazionale e dai fondi salva Stati Esm/Efsf».
«Continuiamo a credere che una ristrutturazione del debito sovrano in Spagna sia improbabile», osservano comunque gli esperti, aggiungendo però che per assicurarne la sostenibilità servono «misure fiscali e strutturali più radicali».
Il tarlo del deficit
La Spagna deve ridurre quest'anno il deficit al 5,3% secondo quanto concordato con l'Unione europea. Un'impresa delicata dato che a fine 2011 il deficit spagnolo ha toccato l'8,51% del Pil, oltre 2,5 punti in più della stima del precedente esecutivo di José Rodriguez Zapatero. La previdenza sociale, che secondo le previsioni avrebbe dovuto segnare a fine esercizio un surplus dello 0,4%, ha registrato un deficit di 600 milioni di euro, pari allo 0,49% del Pil. Il deficit delle comunità autonome ha raggiunto a fine 2011 quota 2,94% del Pil, rispetto all'1,3% precedentemente stimato.
Mercati spaventati
La situazione si sta complicando perché i rendimenti sul debito pubblico anziché proseguire la discesa avviata a dicembre da marzo sono tornati a salire, come visto, ormai nell'orbita dei 400 punti base. Secondo gli analisti di Ing, qualsiasi aumento prolungato nel tempo dei rendimenti sui Bonos metterà a rischio il target sul deficit.
Se gli spread salgono le possibilità di centrare la riduzione del deficit nei tempi previsti si affievoliscono, in una spirale che potrebbe portare dritta agli aiuti europei che nei fatti assomigliano molto a una sorta di amministrazione controllata.
Il sentiment sta peggiorando anche sul mercato, per quanto non regolamento e duramente criticato, dei Cds, una sorta di polizze assicurative che coprono dal fallimento di un titolo sottostante. Questa mattina i credit default swap sulla Spagna, secondo le rilevazioni di Markit, sono ai massimi dal 28 novembre in scia alle deludenti aste (+16 punti base a 453 pb dai 447 pb prima dell'asta). In allargamento anche i Cds sull'Italia a 408 pb (+26 pb).
Dalla finanza all'economia reale
I problemi si estendono all'economia reale. L'agenzia di rating Standard and Poor's ha oggi confermato la previsione di una recessione moderata in Europa fino alla fine del terzo trimestre 2012, seguita da una ripresa ugualmente moderata a fine anno e nel 2013. L'andamento dell'economia europea sarà però frutto - secondo S&Poor's di un allargamento del divario dei tassi di crescita tra i Paesi dell'Europa "core", Germania, Francia e Benelux, rispetto ai Paesi meridionali, Italia, Spagna e Portogallo, che invece si avviano verso una «recessione più profonda e più lunga».
Pigs di nuovo in difficoltà
La ruota del contagio fa paura. Dal Portogallo (che ha già chiesto aiuti per 78 miliardi di euro) alla Spagna (che secondo gli analisti di Citi potrebbe presto chiedere una mano alla Troika). Per tornare al Portogallo (che secondo il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn potrebbe aver bisogno di una sorta di prestito ponte una volta che scadono i bond degli aiuti europei). All'Italia. Oltre alle stime di «recessione più profonda» di Standard and Poor's su Roma arriva il grattacapo del Financial Times secondo cui la luna di miele del governo Monti con i cittadini, complici le tasse sulla case e i rincari della benzina, è finita.
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