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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 12:12.

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Un'Italia in ritardo di 25 anni, con un cuneo fiscale che frena l'occupazione e l'attività d'impresa, con una stretta creditizia che non si allenta. Indispensabile spezzare la spirale tra le condizioni negative dell'offerta di prestiti e gli effetti negativi sull'economia.

Italia in ritardo di 25 anni
L'Italia non è stata capace «di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi 25 anni». Lo ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, secondo cui «l'aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica» e che necessita di un contributo decisivo della politica, della società e di tutte le forze produttive.

Il taglio delle tasse privilegi lavoro e produzione
Il cuneo fiscale che grava sul lavoro frena l'occupazione e l'attività d'impresa» e le necessarie riduzioni di imposte «non possono che essere selettive, privilegiando il lavoro e la produzione». Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nelle Considerazioni finali all'Assemblea Ordinaria dei partecipanti a palazzo Koch. Assolutamente da contrastare l'evasione , anche nella dimensione sovranazionale. «L'evasione - ha sottolineato il Governatore - distorce l'allocazione dei fattori produttivi, causa concorrenza sleale, è di ostacolo alla crescita della dimensione delle imprese».

La recessione rischia di ripercuotersi sulla coesione sociale
«La recessione sta segnando profondamente il potenziale produttivo, rischia di ripercuotersi sulla coesione sociale», ha detto il governatore, ricordando come «il Pil del 2012 sia inferiore del 7% al 2007 e il reddito disponibile delle famiglie di oltre il 9, la produzione industriale di un quarto». Ha ricordato come in Italia la riduzione del rischio sul debito sovrano abbia fatto scendere i tassi di interesse sui titoli di Stato tornati sui livelli prevalenti all'inizio del 2010. «A questi progressi non ha però corrisposto un miglioramento dell'economia reale; la debolezza congiunturale é stato confermata nel primo trimestre per tutta l'area» dell'euro.

Il lavoro cambia: favorire la nascita di imprese nuove
Il Governatore ha ricordato come il mondo del lavoro sia in continuo mutamento e come «molte occupazioni stanno scomparendo: negli anni a venire i giovani non potranno semplicemente contare di rimpiazzare i più anziani nel loro posto di lavoro». Per questo «vanno assicurate fin d'ora le condizioni per favorire la nascita e la crescita di imprese nuove, generare nuove opportunità di impiego». Un occhio alla formazione professionale, che «andrà sviluppata - ha sottolineato Visco - per coprire una intera vita lavorativa caratterizzata dalla mobilità e dal cambiamento, da tutelare con rafforzati sistemi di protezione e assicurazione, pubblici e privati, nei periodi di inattività».

Le riforme non basta farle, bisogna attuarle
Le riforme non basta approvarle, occorre metterle in pratica. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, punta l'indice contro la politica: «In molti casi - si legge nelle Considerazioni finali - varate le riforme, hanno tardato, talvolta ancora mancano, i provvedimenti attuativi; non sono cambiati i comportamenti dell'amministrazione». Si tratta, a parere di Visco, di «un tratto ricorrente dell'esperienza storica del nostro paese le principali difficoltà non risiedono tanto nel contenuto delle norme, quanto nella loro concreta applicazione».

Ampliare il ruolo dei fondi pensione
Il rafforzamento patrimoniale delle imprese e la loro apertura al mercato dei capitali richiedono anche profondi cambiamenti nell'intero sistema finanziario: «é indispensabile - ha sottolienato Visco - che si ampli il ruolo dei fondi pensione e degli investitori con orizzonte di lungo periodo; l'accumulo del capitale di rischio deve essere opportunamente incentivato».

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