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Norme e Tributi Lavoro

In Baker & McKenzie gli avvocati d'affari crescono: così migliora l'equilibrio tra lavoro e vita privata

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 12:46.

Gestire il carico di lavoro dando priorità alle scadenze e al coordinamento dell'attività tra i collaboratori. È questa la maggiore difficoltà incontrata da Laura Greco, collaboratrice della law firm Baker & McKenzie, che ha scelto di diventare avvocato d'affari durante la redazione della tesi di laurea. «Avevo scelto di specializzarmi in tematiche di diritto tributario comunitario e gli studi internazionali erano gli unici che potevano darmi la possibilità di approfondire questi temi durante la pratica professionale», ricorda Greco, che si aspettava tuttavia che lo studio dedicasse più tempo e risorse alla formazione dei praticanti, «che devono invece cercare di essere immediatamente autonomi».

Gli avvocati d'affari raccontati dai protagonisti (di Chiara Albanese)

Dai tempi della pratica sono ormai passati dieci anni, «e l'attuale giornata tipo è diversa dai primissimi anni». Se all'inizio della carriera la giornata non finiva mai prima delle 10 di sera, «soprattutto per le conference call con la clientela estera con un diverso fuso e per la sovrapposizione di scadenze e urgenze, «ora la mia giornata termina entro le otto». Greco ha assistito un gruppo quotato italiano nell'acquisizione di un gruppo estero. «L'operazione è stata interessante perché sono stata coinvolta dal momento dell'apertura dell'asta competitiva. Ho avuto quindi modo di assistere il cliente in tutte le fasi e di stabilire insieme le strategie», spiega.

L'ambizione è quella di continuare a seguire la stessa tipologia di clienti e operazioni, «assumendo ora un ruolo di coordinamento di un team», precisa, «indipendentemente dall'inquadramento professionale come of counsel, partner, o salary partner». La professionista aggiunge che il suo profilo permetterebbe anche di valutare posizioni legali in aziende con presenza e business internazionali.

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Mario d'Avossa è invece entrato in Baker & McKenzie con sette anni di esperienza professionale già sulle spalle. «In realtà non sono un vero e proprio avvocato d'affari, ma mi occupo di consulenza in materia di transfer pricing, quindi problematiche di natura fiscale e gestionale». La maggior difficoltà soprattutto nei primi anni è stata quella di dover combinare l'attività di lavoro in studio con il corso di dottorato in diritto internazionale dell'economia. «Il mio interesse per la materia del transfer pricing è nato verso la fine degli anni '90 durante il corso universitario di Diritto commerciale progredito. Benché allora la materia non fosse adeguatamente percepita da professionisti e imprese, ho sempre ritenuto che questi temi avrebbero assunto nel tempo una sempre maggiore rilevanza». Aspettativa giustificata dal fatto che il transfer pricing è spesso decisivo ai fini dell'allocazione dell'utile imponibile fra gli Stati.

«Le problematiche di transfer pricing sono internazionali per definizione. Ne deriva che ogni consulenza in materia debba essere quantomeno coordinata in almeno due giurisdizioni, richiedendo quindi una forte integrazione e organizzazione internazionale di chi fornisce il servizio», commenta il professionista in merito al lavorare in un network internazionale. L'ambizione è infatti quella di sviluppare un team all'interno di Baker & McKenzie che competa alla pari con gli studi tributari delle grandi società di revisione, i maggiori player nella fornitura di questo servizio.

Riccardo Pennisi è infine approdato in Baker&McKenzie con in tasca un Master alla London School of Economics e con uno spiccato interesse per il settore Antitrust. «Il master è stato il viatico per diventare un avvocato d'affari», ricorda qualche anno di lavoro dopo. La maggiore difficoltà è stata quella di bilanciare il lavoro con il tempo libero. Oggi la giornata inizia con la colazione con la famiglia, «poi volata per riuscire ad accompagnare il maggiore all'asilo», e infine corsa in studio. «Una volta a lavoro, si solleva il naso dallo schermo del computer o dai documenti giusto il tempo di mangiare un boccone. Cerco però di tornare a casa in tempo utile per passare un po' di tempo con la mia famiglia. Devo dire che da questo punto di vista le cose sono molto migliorate negli ultimi anni», aggiunge l'avvocato.

Le rinunce maggiori sono infatti state all'inizio della carriera. «Non è un luogo comune che gli avvocati d'affari passino spesso la notte in studio», racconta, «ma le cose sono molto migliorate con il tempo, e credo che adesso l'equilibrio tra vita professionale e vita privata sia ottimale, per quanto possibile, facendo questo lavoro. Oggi, con una moglie e due figli, l'aspetto familiare è diventato ancora più importante rispetto a quando ho iniziato», aggiunge l'avvocato, che ha tirato di scherma a livello agonistico per 16 anni. La rinuncia a questa passione non è stata solo per l'attività professionale. Precisa, «La nascita di un figlio ti impegna più di qualsiasi lavoro».

Carta d'identità

Nome: Laura Greco
Età: 33 anni
Età alla laurea e votazione: 22 anni con 106/110

Nome: Mario d'Avossa
Età: 36 anni
Età alla laurea e votazione: 26 anni con 97/110

Nome: Riccardo Pennisi
Età: 35 anni
Età alla laurea e votazione: 24 anni, 110 con lode

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