Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 22:09.
Per la definizione dei costi e dei fabbisogni standard di comuni e province, vista la
«variabilità» che caratterizza gli enti locali «è opportuno considerare tutta una serie di variabili strutturali» e dunque «ampliare il set informativo esistente visto che allo stato attuale non esistono informazioni sufficienti a stimare una funzione di costo per ciascuna funzione di bilancio»: a sottolinearlo l'Ifel, l'Istituto per la finanza e l'economia locale in un'audizione alla Camera sul federalismo fiscale riguardante i costi e i fabbisogni standard di Comuni e province.
«È questo - ha detto l'Ifel - un aspetto metodologico su cui porre l'accento. La necessità di arricchire il set di informazioni disponibili è superabile ipotizzando un percorso quinquennale che, sempre all'interno del quadro quantitativo ammesso dalla delega, consenta di assoggettare a stima di fabbisogno standard quelle funzioni per le quali nel corso del quinquennio sia possibile disporre di informazioni sufficienti a garantire stime robuste e condivise». Sarebbe un percorso che, è il ragionamento, pur più diluito nel tempo, potrebbe accorciare i tempi del provvedimento perchè «più capace di coinvolgere le amministrazioni locali».
Anche la Sose, la Società per gli studi di settore, nell'audizione, ha sottolineato la necessità di una «gradualità» nel percorso, fondamentale per «evitare salti in avanti». La Sose ha spiegato il metodo che intende adottare per la definizione dei costi standard al termine del quale verranno prodotti i contenuti tecnici che verranno girati al dipartimento delle Finanze e alla Copaff, la Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale, per l'elaborazione di un ulteriore provvedimento. (Cl.T.)