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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2010 alle ore 06:37.
I destini di comuni, province e regioni restano separati. Almeno sul federalismo. La conferma è giunta dalla conferenza unificata di ieri. A fronte del rinvio di una settimana del parere sul decreto attuativo riguardante l'autonomia tributaria provinciale e regionale e i costi standard, il governo ha deciso di andare avanti sul fisco municipale nonostante la mancata intesa con i comuni. Promettendo che in parallelo partirà un tavolo sui tagli della manovra.
Proprio la manovra estiva continua a rappresentare il convitato di pietra delle due trattative. Come confermato dal presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani, le regioni hanno portato a casa il rinvio di una settimana ma continuano ad aspettare che il governo fissi la data per un incontro definito «fondamentale». Il tema è sempre quello di riuscire a conciliare la sforbiciata di 4 miliardi nel 2011 e di 4,5 nel 2012 con l'avvio del federalismo. Senza costringere i governatori a tagliare i servizi.
Nel definire l'impatto del dl 78 «insostenibile», Errani ha ripetuto che «è assolutamente necessario trovare una soluzione diversa da quella attuale». Giudicando «difficile fare un'importante riforma come quella del federalismo con gli enti territoriali che sono in una condizione di disagio. È arrivato il momento – ha aggiunto – di pensare alla ripresa e ai servizi alle persone». Solo sul trasporto locale, ha ricordato il presidente emiliano, sono stati tagliati 1,186 miliardi.
I margini di manovra non sembrano molto ampi. Il ministro della semplificazione Roberto Calderoli – che ha partecipato alla conferenza unificata di ieri insieme al suo collega degli affari regionali Raffaele Fitto – ha già precisato che l'unico «tavolo possibile è sul trasporto pubblico locale» laddove le richieste delle regioni investono anche il welfare e la famiglia. Per essere ancora più chiaro il ministro leghista ha ribadito: «Ci vediamo continuamente e poi io credo ai tavoli piccoli».
Per ammissione dello stesso Calderoli il discorso che riguarda i sindaci è diverso. Ed anche per questo non è stata accolta la proposta avanzata in mattinata dal presidente dell'Anci Sergio Chiamparino di dedicare una sessione ad hoc della conferenza unificata ai temi del federalismo. Però a metà novembre. Una richiesta che il governo ha respinto al mittente perché sul testo che devolve ai municipi i tributi immobiliari e istituisce la cedolare secca occorre fare in fretta visto che l'iter davanti alla bicamerale può durare 60 giorni (più l'eventuale proroga di 20) e il provvedimento deve poi tornare in consiglio dei ministri per il via libera definitivo.