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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 06:37.
Parla di riforme a costo zero, della necessità di investire in ricerca e innovazione, delle turbolenze sui mercati finanziari, sollecitando il salvataggio dell'Irlanda.
Ma davanti alle imprese lombarde, riunite a Cernobbio (Como) per gli Stati Generali di Confindustria Lombardia, Emma Marcegaglia si concentra anche su un altro tema, molto caro alla platea: il federalismo. Con un messaggio che incontra consensi: «Chi è in grado di andare avanti, lo deve fare per trascinare gli altri.
Stare fermi in attesa di chi è indietro è una politica suicida per tutti», ha detto la presidente di Confindustria, soffermandosi in particolare sulla Lombardia: «La Regione è pronta, è una delle più avanzate d'Europa ed è giusto che parta prima del 2013. Per noi il federalismo è questo e se l'applicazione sarà nel 2013-2014 forse non ci saranno più le imprese che potranno beneficiarne».
La considerazione da cui parte la Marcegaglia è che in un paese come l'Italia, dove ci sono al suo interno le Regioni più sviluppate e più arretrate della Ue, non si possa pensare ad una soluzione unica per tutti. «Se i più forti vanno avanti è a vantaggio anche delle Regioni che sono più indietro e del Sud». Ed ha colto l'occasione per precisare la sua idea di federalismo: «Se vuol dire riduzione dei costi e dei tempi, maggiore responsabilità di chi governa e maggiore vicinanza tra governanti e governati, allora siamo assolutamente a favore».
Una posizione che ha subito suscitato le reazioni positive della Lega, con il governatore del Piemonte, Roberto Cota: «Bene che Confindustria ammetta l'importanza del federalismo per il sistema delle imprese, il decreto governativo permette anche di eliminare l'Irap per alcune categorie, prima lo si attua e meglio è, anche per il Sud». Mentre è contraria la nuova leader Cgil, Susanna Camusso: «Non è pensabile un federalismo a due velocità, perchè non sarebbe solidale».
Confindustria e sindacati sono invece in sintonia, in base all'accordo raggiunto anche al tavolo della crescita e dell'occupazione, sulla necessità di investire in ricerca e innovazione. La Marcegaglia nelle scorse settimane ha fatto un pressing nei confronti del governo perchè inserisse nella legge di stabilità il credito di imposta per R&I. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non ha però trovato i fondi. «Faremo la voce ancora più forte su questi argomenti, dobbiamo seguire gli esempi positivi come quello della Germania che su questa strada si è mossa, pur rispettando la linea del rigore».