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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 13:48.
NEW DELHI – L'economia indiana è cresciuta dell'8,9% nel trimestre concluso lo scorso 30 settembre, battendo ampiamente le stime degli analisti e confermando il buono stato di salute della terza potenza asiatica dopo Cina e Giappone. Il dato reso noto oggi è in linea con quello del trimestre precedente e supera di ben oltre mezzo punto percentuale quello atteso dalla maggior parte degli osservatori (8,2%). «Ora che i dati di due trimestri sono positivi posso rivedere la mia prudente stima di crescita per l'anno fiscale in corso da 8,5% a 8,75%», ha detto il ministro delle finanze Pranab Mukherjee.
Se le sue previsioni si riveleranno esatte, per l'India significherà quasi un ritorno ai livelli di crescita pre-crisi, quando l'economia di New Delhi si era espansa al ritmo del 9% all'anno e oltre per un triennio. Nell'anno fiscale 2008-2009 il dato era invece scivolato a +6,7% per risalire al +7,4% dell'esercizio chiuso lo scorso 31 marzo. Le voci che hanno contribuito in maniera maggiore al dato dell'ultimo trimestre sono l'agricoltura (che vale circa il 16% del Pil) cresciuta del 4,4% (contro lo 0,9% di un anno fa) e il settore commercio/trasporti/hotel in rialzo del 12,1% (era a +8,2%). In rialzo anche il settore manifatturiero che ha fatto segnare un confortante +9,8% rispetto al +8,4% fatto registrare un anno fa.
Tutto bene dunque? Non esattamente. Il dato del Pil è destinato a portare incertezza circa la strada che imboccherà nelle prossime settimane la Reserve Bank of India. Prima di oggi era scontato che la politica di rialzo dei tassi non sarebbe proseguita, ma con il Pil in forte crescita e l'inflazione ancora ferma a livelli quasi doppi (8,58% a ottobre) rispetto a quelli auspicati dal governo (4-5%) si sta diffondendo la sensazione che un nuovo rialzo non può essere escluso.
Se la cosa non si verificherà sarà soprattutto perché gli ultimi indicatori macro sono meno incoraggianti del Pil. L'Indice della produzione industriale di settembre ha fatto segnare un deludente +4,36% (il dato più basso da 16 mesi e circa la metà di un anno fa), mentre negli ultimi 8 trimestri i consumi privati sono cresciuti meno del previsto, in media del 5% anno su anno con il dato relativo agli 5 trimestri ancora più basso a 4,2%.