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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2011 alle ore 15:26.

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Josefa Idem allae olimpiadi di Pechino (Lapresse)Josefa Idem allae olimpiadi di Pechino (Lapresse)

- Capitolo a parte merita Josefa Idem (allenata fino al 1988 proprio da Capousek) che, se si qualificherà, prenderà parte a Londra alla sua ottava Olimpiade, alla bella età di 48 primavere. «Quello di Josefa è un progetto straordinario, al limite delle possibilità atletiche», sottolinea Mazzoni, che esalta la «straordinaria longevità agonistica» della campionessa italo-tedesca. Ovvio che un obiettivo tanto prestigioso meriti una struttura dedicata ad hoc, che poi altro non è se non quella con cui Josefa si allena da sempre in Italia, in accordo con al federazione: cioè il lavoro specifico coordinato con il marito/allenatore Guglielmo Guerrini.

Remi all'assalto – Sorprendiamo Giuseppe de Capua, direttore tecnico del canottaggio azzurro maschile, proprio mentre da una barca appoggio sta seguendo il lavoro dei suoi ragazzi sul lago di Piediluco: «Stiamo lavorando già per i Mondiali di Bled – sottolinea – e per Londra puntiamo a qualificare tutti gli equipaggi: solo l'"otto", in questo momento, parte dietro agli avversari». «I risultati ottenuti in Nuova Zelanda ci hanno dato fiducia e convinzione – evidenzia De Capua – e già stiamo impostando il lavoro per il futuro, se consideriamo che il "quattro senza" ha vinto il mondiale under23. Tenete conto che il campo dei rivali si sta allargando, secondo una tendenza inaugurata ad Atene2004: ormai ci sono 16-18 nazioni in grado di assemblare equipaggi vincenti: non più solo le grandi tradizionali, come Gran Bretagna, Australia, Germania e Nuova Zelanda. E occhio alla Cina, che tra le donne ha vinto il suo primo oro nella storia proprio a Pechino. Promette di non fermarsi, e anzi di farsi largo anche tra gli uomini». Stessi ritmi di lavoro per le donne, che già una decina di giorni fa hanno svolto un raduno preolimpico sotto la giuda ct azzurro, l'olandese Josy Verdonkschot.

Campi di gara – A Londra, canoa e canottaggio le medaglie se le giocheranno sullo specchio d'acqua del Dorney Lake di Eton, a circa un'ora dalla città. L'avversario più temuto? «Per ora il vento! Ho visto già Dorney: c'è un vento che lo rende più adatto al windsurf che alla canoa; speriamo in agosto il meteo sia più favorevole...», scherza, ma non troppo, Gianni Mazzoni. Per lo slalom, invece, si gareggerà nel Lee Valley White Water Center, impianto artificiale che il dt Baron definisce «il canale più bello sul quale abbia mai lavorato, molto pagaiabile, con difficoltà ben distribuite tra le due rive e il centro del tracciato, molto ben equilibrato». Parere condiviso dallo stesso Molmenti, che ha già ha avuto modo di testarlo per tre giorni d'allenamento: «C'è una serie di una ventina di ritorni d'acqua davvero difficile tecnicamente, ma questi ritorni rallentano l'ampia portata d'acqua; tutto sommato sembra quindi un percorso molto fisico, e questo dovrebbe avvantaggiarmi», ci spiega il campione del mondo.

Motore Ferrari – Quella che sembra funzionare in modo efficace, sulla strada verso Londra, è la collaborazione che le due federazioni stanno sviluppando con la Ferrari, nell'ambito del programma di sviluppo tecnologico che il Coni ha avviato con la Rossa sin dalla vigilia di Pechino2008. «È un progetto che ha diversi aspetti positivi – sottolinea ancora Mazzoni -: lo studio sui materiali, sugli attriti, sulla postura degli atleti, ma soprattutto proprio sull'interazione e l'impatto del vento sul sistema atleta/canoa». Parere condiviso anche da De Capua: «Stiamo lavorando su materiali, remi, pale, derive, timoni, e sviluppando anche altre idee insieme all'istituto di scienza dello Sport del Coni. Di più meglio non dire, anche perché ogni dettaglio vale centesimi di secondo che possono fare la differenza....», glissa il dt. Devono averlo capito anche gli inglesi, che per le stesse discipline hanno avviato una collaborazione con la McLaren.

Agenda olimpica – Calendario fitto, dicevamo, quello che porterà pagaie e remi azzurri verso Londra. Per la canoa velocità, dal 18 agosto campionati mondiali a Szeged, in Ungheria («Anche lì occhio al vento, che è il peggior nemico della canoa!», scherza, ma non troppo, il presidente federale Buonfiglio), mentre lo slalom disputerà i suoi mondiali a settembre a Bratislava («Una qualificazione feroce – assicura il dt azzurro Mauro Baron – visto che ci sarà un solo posto a disposizione per 15 atleti di altrettante nazioni»). Ultima possibilità poi agli Europei, mentre la velocità disputerà nello stesso periodo un torneo di qualificazione olimpica. Stesso iter per il canottaggio: mondiali in Slovenia, a Bled, a fine agosto; torneo di qualificazione a Lucerna, nel maggio 2012.

Conti da far quadrare – In un contesto internazionale in cui gli avversari si sono moltiplicati anche grazie ai cospicui investimenti fatti da molte federazioni estere, canoa e canottaggio azzurri provano a rimanere a galla e a porre già ora le basi per il dopo Londra. Tratto comune: la necessità di attirare sponsor, a integrare quelli che sono i contributi Coni: «Abbiamo un bilancio di circa 4 milioni 700mila euro l'anno, il 90% derivanti dal Comitato Olimpico, il resto (quasi 450mila euro, ndr) dalle sponsorizzazioni – spiega il presidente della Federcanoa Luciano Buonfiglio - l'83% delle risorse viene investito nell'attività agonistica, facendo attenzione a evitare finanziamenti "a pioggia", ma finalizzati a strutture e progetti specifici. In quattro anni siamo passati da poco più di 7mila a circa 12mila tesserati». Il presidente della Federcanottaggio Enrico Gandola disegna uno scenario più preoccupante: «Grazie al Coni possiamo contare su circa 4 milioni 800mila euro annui, cui vanno sommati quasi 500mila euro di sponsorizzazioni. Ma si gioca in difesa, a fronte dei grandi investimenti dei nostri avversari storici. Forse è arrivato il momento di fare una riflessione politico-sportiva: o riusciamo a incrementare le risorse o si prende in considerazione l'ipotesi che i contributi Coni arrivino solo alle discipline d'interesse olimpico». Un interrogativo che agita non solo le pagaie e i remi azzurri.

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