Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2012 alle ore 08:22.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2012 alle ore 09:05.

My24
Lorenza Lei, direttore generale della RaiLorenza Lei, direttore generale della Rai

Il calo degli investimenti nella fiction non ha portato a una riduzione, in quantità o qualità, dell'offerta Rai?
No, dal 2009 al 2011 il numero dell prime visioni è rimasto inalterato, con un'audience sostanzialmente allineata. Serve un modello produttivo più efficiente vista la crisi generale, ancor più forte nel nostro settore.

Questa sorta di rivoluzione nell'organizzazione aziendale, sarà estesa all'intero personale Rai?
Abbiamo in produzione 4mila risorse tra uomini e donne: la nostra è una scelta di campo strategica: qui, del resto, lavorano quasi 12mila persone che al 2017 saranno quasi 13mila, in virtù di quanto previsto dalla legge 247 del 2007 sulla stabilizzazione dei precari, che assorbiremo in modo graduale grazie ad accordi sindacali. Tutte le nostre professionalità contribuiranno al raggiungimento della missione aziendale senza lasciare indietro nessuno.

La creazione della direzione Intrattenimento va nella direzione della valorizzazione delle forze interne?
Assolutamente sì. E' un modello già adottato dai broadcaster europei, come Bbc e Tdf, la tv pubblica francese, che sono organizzati per generi e per canali, con una specializzazione delle professionalità presenti. Il genere Intrattenimento si è aggiunto alla Fiction e anche il documentario diventerà un genere da valorizzare con l'obiettivo di passare dalla mera acquisizione dei diritti alla realizzazione di produzioni e coproduzioni insieme ai principali broadcaster europei. Nascerà anche, a questo fine, una Scuola Rai per conduttori, registi, autori, per poter fare sperimentazione, anche su un canale ad hoc e far crescere i talenti. La recente ristrutturazione della Radiofonia, mezzo storico della Rai, sta realizzando importanti cambiamenti editoriali che purtroppo non possiamo apprezzare in termini di ascolti per la sospensione della ricerca Audiradio.

Qual è l'impegno Rai per il cinema italiano?
Importante. Non vogliamo fare del cinema, al contrario della fiction, però abbiamo finanziato più di 110 film negli ultimi tre anni, più di cento registi e 80 società del settore per un investimento di 130 milioni di euro per la produzione di nuove opere cinematografiche. RaiCinema lavora anche nel settore dei documentari, che presto avranno una loro struttura organizzativa ad hoc. Si tratta di andare oltre la semplice messa in onda, allo sfruttamento sulle nuove piattaforme distributive.

Passiamo alle risorse e ai bilanci. Cosa significa per la Rai l'evasione del canone?
Noi vogliamo rafforzare l'identità di servizio pubblico della Rai, prima di tutto. L'evasione significa mancati introiti per 550-600 milioni l'anno su un fatturato di tre miliardi di euro. Se arrivassero queste risorse avremo meno difficoltà sul mercato e meno dipendenza dalla sofferenza della pubblicità nell'effettuazione degli investimenti sul prodotto.

Shopping24

Dai nostri archivi