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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 12:34.

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Nella foto, da sinistra in alto, Monica Chittò, candidata per il Pd, Franca Landucci, candidata del Pdl e Gianpaolo Caponi, candidato del Terzo polo che corre anche con una lista civica.Nella foto, da sinistra in alto, Monica Chittò, candidata per il Pd, Franca Landucci, candidata del Pdl e Gianpaolo Caponi, candidato del Terzo polo che corre anche con una lista civica.

Anche l'ex Stalingrado d'Italia, dopo il ciclone Penati, va al voto con un certo patema. Otto sono i candidati che si affrontano, 15 le lste in gara. E tra i tre in pole position il centrodestra conta di arrivare, per la prima volta, al governo della città. Ma il centrosinistra spera di riuscire a vincere al primo turno, come ha fatto negli ultimi anni. La sopresa potrebbe essere il candidato centrista che non rinuncia a giocarsela fino in fondo, convinto di arrivare a sfidare i democratici nel ballottaggio.

Giorgio Oldrini lascia al termine del secondo mandato, nel pieno della vicenda giudiziaria che ha investito Filippo Penati (due volte primo cittadino a Sesto, poi presidente della Provincia di Milano, ora in consiglio regionale) e, tra gli altri, Pasqualino Di Leva, assessore della giunta in carica dimessosi dopo la scandalo. Li accusano gli imprenditori Piero di Caterina e Giuseppe Pasini (che siede in consiglio comunale nelle file dell'opposizione di centrodestra), gli sono contestati presunti finanziamenti illeciti per le aree ex Falck.

Il Pd non molla la presa sulla città e candida Monica Chittò, assessore uscente all'educazione e alla cultura. Anche il Pdl prova ad arrivare al vertice dell'amministrazione con una donna: Franca Landucci, capogruppo uscente del partito e sostenutra pure da La Destra.
Al centro, per il Terzo polo, c'è Gianpaolo Caponi che corre con anche una lista civica. Il centrosinistra viaggia compatto, con Chittò già ci sono tutte le liste in corsa (Pd, Idv, Sel, Federazione della Sinistra, Socialisti per Sesto). Fuori solo Verdi ecologisti e Reti civiche, che non è chiaro cosa faranno in caso di secondo turno.

Il Pdl, con Franca Landucci, conta su un ballottaggio con l'assessore uscente e, per il secondo turno, guarda all'appoggio di tutte le altre forze in campo. «Se i sestesi vogliono cambiare – dice Landucci – voteranno me, perché Chittò è la continuità, ha condiviso tutte le scelte dell'amministrazione uscente». La candidata pidiellina spera in una svolta nell'ex Stalingrado d'Italia, «qui c'è una nomenclatura autoreferenziale che domina da 65 anni e vuole salvaguardare se' stessa, al di là degli interessi della città». Tra gli obiettivi del Pdl, creare «un territorio capace di essere accogliente per chi investe, una nuova città del lavoro, con le aree ex Falck integrate al resto dell'area urbana». Per sconfiggere «un'alleanza che domina Sesto da 65 anni», Landucci lancia un appello ad unirsi alla sua lista, a tutte le forze che sono in campo ma non con Chittò, al di là «delle simpatie personali».

Il riferimento sembra calzare a pennello per Giampaolo Caponi, candidato con una lista civica e sostenuto dalle forze di centro. Ma con un passato nel centrodestra, per il quale aveva valutato se candidarsi nella scorsa legislatura amministrativa. Poi Caponi, avvocato, impegnato nel mondo del volontariato, presidente dei Lions sestesi (dimessosi dopo la decisione di scendere in campo), ha scelto i centristi. Anche questa volta, racconta, il Pdl gli aveva chiesto di candidarsi, mentre alcuni esponenti di centrosinistra hanno sposato la sua idea: andare oltre i partiti per un progetto di più ampio respiro. Con il quale conta di sfidare, lui, al ballottaggio la candidata Pd. Ora, dice Caponi «a Sesto serve il coraggio di rinnovarsi: da una parte e dall'altra, opposizione compresa». Coesione sociale (e apertura della casa del volontariato), attenzione al mondo degli anziani (con lo sportello per la terza età), sviluppo di una smart city (sull'esempio di città nord europee) e trasformazone del tessuto urbano (coniugando il nuovo e il vecchio) sono i punti chiave del suo programma. Sulla base del quale deciderà possibili alleanze per il ballottaggio. Con un'unica priorità: guardare alle persone piuttosto che ai partiti.

I democratici continuano a sperare di vincere al primo turno, lo ammette anche Monica Chittò, candidata alla carica di sindaco. Che punta su un metodo di governo forte della partecipazione dei cittadini per le scelte amministrative, soprattutto, dice, in un questa fase di crisi economica. «È stato il nostro criterio sin dall'inizio, a partire dalla scelta delle primarie alle quali hanno partecipato quasi 3.000 persone», ricorda Chittò. Anche il programma «è stato scritto dopo consultazioni tra oltre 200 tavoli tematici di cittadini, dei quali è stata fatta una sintesi arricchita dal contributo dei partiti». Lavoro, coesione sociale, possibilità di dare a Sesto il respiro di area metropolitana, anche attraverso la trasformazione delle aree ex Falck, sono i temi sui quali punta il Pd. Quanto alle accuse che arrivano dall'opposizione di rappresentare il vecchio Chittò ribatte: «Proprio perché sono un assessore uscente i cittadini sanno come ho lavorato e, anche per questo, mi hanno scelta attraverso le primarie». Nessuna rimozione sullo scandalo Penati, «è stata una ferita profonda per la città e rimarrà la cicatrice, per questo non mi sottraggo al dibattito pubblico, ma continuo a guardare avanti».

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