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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 19:11.
PALERMO - La resa dei conti nel Pd siciliano dopo il risultato elettorale di Palermo è già cominciata. La prima a farlo, oggi, è stata la presidente dei Senatori democratici, la catanese Anna Finocchiaro, che si è fatta portavoce di un disagio che corre nelle componenti del partito che alle primarie hanno sostenuto Rita Borsellino. Il 7 per cento circa del partito a Palermo, scosso dal ciclone Leoluca Orlando, prende un'altra direzione. Il voto lascia sul terreno parecchie vittime, ma soprattutto un Pd spaccato dalle faide.
«Ci siamo presi più margheritizzati - dice Maurizio Pellegrino, ex consigliere che non verrà rieletto - pochi voti di lista e molti ai candidati: è la crisi della politica». Ma soprattutto del Pd. Ed ecco il perché delle dichiarazioni della Finocchiaro che avvia il riavvicinamento a Orlando guardando più alle elezioni regionali che dovrebbero tenersi in autunno che a Palermo, considerata ormai perduta: «A Palermo - dice la senatrice - sono stati fatti molti errori, ma se il centrosinistra vincesse in tutt'Italia credo che bisognerà farlo anche a Palermo», sostenendo Orlando.
I risultati della tornata elettorale, «spingono in due direzioni: cominciare subito a costruire un arco di alleanze solide, dal Terzo Polo a Sel e pensare a una legge elettorale che sia un antidoto agli effetti visti in Grecia». La "chiave", dice, è «il doppio turno. Abbiamo un dovere, visto che siamo stati avvertiti da queste tornate elettorali».
A seguire nel pomeriggio è poi arrivato il comunicato di Alessandra Siragusa, deputato del Pd che fu assessore in una delle ultime giunte di Orlando (peraltro con ottimi risultati amministrativi: a lei si devono gli ultimi asili inaugurati in città): «Condivido la riflessione della presidente Finocchiaro: penso che sia indispensabile una riflessione che fermi la guerra fratricida che ha caratterizzato la campagna elettorale per le amministrative a Palermo. La nostra città ha dato un segnale molto chiaro di cui è indispensabile tenere conto se il Pd vuole riappropriarsi del progetto politico per cui è nato. L'abbraccio con Lombardo si è rivelato mortale per il Pd ed è urgente prenderne atto».
E sembra evidente che una parte del Pd ha già scaricato Fabrizio Ferrandelli: in vista del ballottaggio non è, per lui, un buon segnale. Ma, dice Pellegrino, «i partiti si sono sfaldati: nei quartieri popolari la gente si è affidata a Orlando perché ha bisogno di governabilità».
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