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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 16:38.
Crolla di oltre 10 punti percentuali l'affluenza alle urne ad Alessandria, dal 74,8 del 2008 al 61,51% registrato alle 15, così pure ad Asti (da oltre 73 a 63,23%) mentre a Cuneo si scende dal 76 al 68,77%
Alessandria è andata alle urne in un clima di distacco e disillusione, reso ancora più acuto da un affollamento senza eguali di candidati: 16 a sindaco e quasi novecento al Consiglio comunale. Una rincorsa a Palazzo Rosso, sede dell'amministrazione municipale, tutta da interpretare alla luce del disastro economico di cui è stato protagonista il centro e delle inchieste che faranno luce sulle responsabilità, sia da parte della Procura della repubblica (a giugno i primi interrogatori: truffa aggravata, falso e abuso d'ufficio sono le ipotesi di reato per il sindaco, l'ex assessore al Bilancio e l'ex Ragioniere capo) sia della Corte dei Conti (indicato un danno erariale di 39 milioni con l'ipotesi di dolo sempre per primo cittadino, ex assessore al Bilancio ed ex Ragioniere capo, oltre alla colpa grave per sei assessori e 23 consiglieri che avevano approvato i Bilanci degli ultimi anni).
Il futuro di Alessandria è quanto meno incerto, se non nero dal punto di vista economico. Sulla prossima amministrazione pesa un buco di bilancio che oscilla dai 30/40 milioni di euro fino ai 90 a seconda delle "interpretazioni" contabili, con un dissesto che potrebbe essere dichiarato a breve e l'arrivo di un commissario ad acta.
È in questo scenario che si sfidano il sindaco uscente, Piercarlo Fabbio, Pdl, supportato da sei liste oltre a quella di partito, ma che deve fare i conti con un nemmeno troppo mascherato mal di pancia di tutto il centrodestra rispetto alla sua stessa ricandidatura, e il centrosinistra con Rita Rossa (Pd) con altri cinque liste (compresa una civica) che hanno unito una buona parte dell'area politica. Insieme a loro c'è la Lega Nord (estromessa dalla giunta con cui ha governato per quasi cinque anni perché critica proprio sulla gestione dei Bilanci) che corre da sola, l'Udc, i 'grillini' e una serie di liste di svariata natura, da quelle civiche a quelle che hanno riportato alla ribalta della scena politica esponenti della prima Repubblica (Psi e Dc per primi), oltre a transfughi dello stesso Pd e fino al Partito Comunista. In tutto sono 33 liste.
Un flash dei risultati sui tre capoluoghi (con il 10% delle sezioni scrutinate).
Con circa il 10% delle sezioni scrutinate, nei tre capoluoghi del Piemonte si delineano le prime indicazioni. Si va verso un possibile ballottaggio ad Alessandria tra la candidata del centrosinistra, Rita Rossa (38,75%), e il sindaco uscente Piercarlo Fabbio (19,63%), coinvolto dallo scandalo sul buco in bilancio che ammonterebbe a oltre 40 milioni. Buono il risultato del grillino Angelo Malerba, all'11,94%.
A Cuneo lo scontro è tutto in casa del centrosinistra, con in corsa per il ballottaggio il candidato uscito vincente dalle primarie, Gigi Garelli, al 30,22% - sostenuto da Pd, Idv, Sel - e Federico Borgna, a quota 37,36%, per ora in testa e sostenuto da Udc e liste civiche uscite dalla compagine del centrosinistra dopo le primarie. Primarie che hanno "sconquassato" l'assetto del polo: lo stesso sindaco uscente di Cuneo, Alberto Valmaggia, ha sconfessato l'esito delle primarie per scendere in campo a sostegno di Borgna, presidente regionale dell'Unione Italiana Ciechi, vero "outsider" della tornata elettorale.
Ad Asti sembra emergere la voglia di cambiamento con un testa a testa tra il sindaco uscente, Giorgio Galvagno (al 29,04%), eletto nel 2007 al primo turno, nome storico della politica locale che oggi paga una forte frammentazione del centrodestra, e Fabrizio Brignolo, vincitore delle primarie del centrosinistra (33,64)
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