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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 13:00.
Dalle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio esce una Lega dimezzata. Dei 37 Comuni in cui il sindaco uscente era del Carroccio, solo 15 hanno confermato la fiducia ai "lùmbard"; 17 hanno bocciato i candidati leghisti, mentre in 5 casi i padani andranno al ballottaggio. La sconfitta è molto pesante in Lombardia e più contenuta in Veneto, dove il Carroccio festeggia il successo di Verona: ma per una roccaforte che tiene, molte altre sono andate perse, travolte dallo scandalo Belsito-Bossi-Mauro e dalla scelta di correre quasi ovunque da soli, divisi dal Pdl.
La Lombardia, culla della Lega, è la regione dove gli elettori hanno punito più duramente il partito. Su 22 Comuni a guida "lùmbard", solo 5 sono stati confermati: 3 sono ancora in bilico, ma in 14 è già certo che il sindaco non sarà un esponente del Carroccio. In Veneto invece restano padane 8 amministrazioni su 13, e in altre due i leghisti vanno al ballottaggio. Infine il Piemonte, dove il Carroccio guidava due piccoli Comuni, Serravalle Sesia e Valfenera: in entrambi i casi i votanti hanno confermato la scelta di cinque anni fa.
Il quadro complessivo è comunque doloroso per la Lega, a cominciare dalle città-simbolo. Fa eccezione Verona, dove ha vinto il più atipico dei padani, il maroniano Flavio Tosi. L'ex ministro e il primo cittadino si scambiano tenerezze: «Flavio è un modello per il futuro», «Maroni può interpretare il nuovo corso». Entrambi sanno che in questo momento conviene puntare i riflettori sulla città dell'Arena, perché altrove è andata male.
A Monza il sindaco uscente Mariani ha preso l'11%. A Cassano Magnago, paese natale di Bossi, il Carroccio si è fermato al 19%. A Crema il centrosinistra ha ottenuto più del 50%, e lo stesso è successo a Feltre (Belluno). A Jesolo si andrà al ballottaggio, ma la Lega non ci sarà. Secondo turno anche a Cantù (Como), dove però c'è in testa un "lùmbard". Il resto sono Comuni piccoli, ma non per questo insignificanti: l'esempio più interessante è Mozzo (Bergamo), che dopo 10 anni di Lega ha deciso di cambiare. Certo, è un paese che non ha nemmeno 8mila abitanti. Ma tra di loro c'è l'ex ministro padano Roberto Calderoli.
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