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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 12:41.
Dal 2007 al 2012 gi investimenti sulla stampa si sono ridotti del 33,6%.
Il nuovo Governo dovrà, se la maggioranza sarà d'accordo, perchè 5Stelle chiede l'abrogazione di qualsiasi aiuto pubblico, varare una serie di misure richieste dagli editori e dai giornalisti, anche se non sarà facile far passare una misura chiesta da un decennio, come la defiscalizzazione, attraverso il credito d'imposta, degli investimenti pubblicitari sulla stampa.
3) La Rai e l'antitrust televisivo.
Il secondo non sembra una misura fattibile in una legislatura "corta" e con un governo che cerchi la maggioranza di volta in volta. E' tuttavia una necessità aprire il mercato immettendovi concorrenza e pluralismo, con norme asimmetriche a favore di nuovi entranti e tv minori. La Ue ce lo ha chiesto con le osservazioni sul primo Regolamento per la gara delle frequenze. Servirebbero nuove norme sulle risorse, abrogando l'inutile SIC e il mai attuato limite sui programmi, da sostituire con limiti alla capacità trasmissiva e, magari, all'audience e all'affollamento pubblicitario. Un tetto al fatturato non passerebbe l'esame dell'Ue.
Sulla Rai l'attuale vertice è sicuramente indebolito dal risultato della lista Monti, essendo espressione del presidente del Consiglio uscente.
La riforma eventuale dei criteri di nomina del vertice Rai? Difficile trovare una maggioranza. E, allora, l'attuale vertice dovrebbe arrivare alla fine del mandato, anche se il direttore generale potrebbe formalmente rimettere il mandato all'azionista (il Tesoro) per vederselo confermato.
Il problema della Rai sono i conti 2013, e il clima tra direzione generale e Cda, non proprio buono. Motivi di tale clima? Tra gli altri il nuovo Cda di RaiCinema, per la cui presidenza sono stati bruciati diversi candidati (ora si fa il nome di Nicola Claudio, che manterrebbe la segreteria del Cda) e la sostituzione alla testa dell'auditing interno. La causa principale sarebbe l'indagine svolta dall'auditing uscente (Zuppi) sulle spese di 30 giornalisti del Tg1 (non spese folli).
I conti rischiano di essere in profondo rosso per il secondo anno, stando ai "si dice" sulla raccolta della Sipra, che pure viene descritta come aggressiva e agile sul mercato rispetto al passato, ma prima di poterlo affermare occorrono verifiche in un mercato volatile, dove gli investimenti si decidono nel breve termine.
4)Il cinema e la cultura.
La prima emergenza è il rinnovo del tax credit e del tax shelter, che scadono a fine anno. Gli incentivi fiscali hanno preso gran parte del ruolo avuto in passato dai finanziamenti pubblici, ora drasticamente ridotti. Il ridimensionamento di Medusa e delle attività di Mediaset nel settore e il ritardo di molte sale nella digitalizzazione, impongono non solo una stabilizzazione degli incentivi (perchè non allargarli alla fiction, Bruxelles permettendo?) ma interventi tesi al rilancio della produzione e alla diffusione di audiovisivo in Italia e a ridimensionare o ridurre il fenomeno di costume della visione "gratuita" di film e audiovisivi, una sorta di pirateria collettiva non più effettuata solo dai giovani e dai giovanissimi.
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