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Migranti, l’Ungheria richiama i riservisti e completa il muro con la…

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ultimato il muro al confine con croazia

Migranti, l’Ungheria richiama i riservisti e completa il muro con la Croazia

L'Ungheria ha annunciato la mobilitazione dei riservisti militari per far fronte a quella che il governo ha definito come «una situazione di migrazione di massa». Lo ha riferito l'agenzia Mti. Il provvedimento è stato preso dopo che l'arrivo di profughi dalla Croazia ha accresciuto la pressione alla frontiera con la repubblica ex jugoslava. Il ministro della Difesa magiaro, Istvan Simicsko, ha spiegato che la decisione di richiamare alcuni riservisti su base volontaria è stata presa dietro richiesta del capo di Stato maggiore della Difesa. I riservisti saranno impiegati anzitutto nella vigilanza delle caserme, a rimpiazzo dei militari impegnati nell'emergenza migranti, ma potrebbero adempiere anche ad altri incarichi.

Braccio di ferro con la Croazia
Intanto è braccio di ferro tra l’Ungheria e la Croazia. Da un lato il governo di Budapest, determinato a sigillare il Paese per impedire l'ingresso di profughi, ha annunciato di aver completato la posa della recinzione spinata lungo i 41 chilometri di frontiera con la Croazia. «La chiusura è terminata nella notte tra venerdì e sabato», ha annunciato il portavoce del ministero ungherese della Difesa, Attila Kovacs.

Dall'altro le autorità della Croazia, Paese membro dell'Unione europea ma non dell'area Schengen, continuano a trasportare i migranti dalla frontiera con la Serbia verso quella con l'Ungheria. «Non vi è stato alcun accordo formale con l’Ungheria per accogliere i profughi, ma li abbiamo costretti a farlo», ha detto il premier croato Zoran Milanovic.

A suo avviso il problema è localizzato in particolare in Grecia e in Turchia, poichè attraverso le isole greche transita quasi l'80% di tutti i migranti. «Bisogna intervenire là, e la Ue si deve muovere», ha detto Milanovic, che questa mattina ha visitato un centro di accoglienza a Beli Manastir, nel Nord-est, in corso di svuotamento.

Oltre ai 41 chilometri su cui è stato posato il filo spinato, il resto della frontiera tra Croazia e Ungheria è delimitato dalla Drava, un affluente del Danubio di difficile attraversamento. Ieri Zagabria aveva dichiarato di aver raggiunto il punto di saturazione, con l'arrivo di oltre 20mila persone dalla vicina Serbia. Il presidente croato Kolinda Grabar-Kitarovic ha definito la situazione di emergenza con i profughi peggiore di quanto si pensasse e che per questo sarà inevitabile il ricorso all'esercito e non solo lungo la frontiera.

Slovenia, centinaia di migranti premono dal confine croato
Le autorità slovene, invece, cercano di canalizzare il flusso contiuo di migranti provenienti dalla Croazia, in particolare dal passaggio di frontiera di Harmica, distante appena una ventina di chilometri dalla capitale croata, Zagabria. La polizia slovena ha cominciato stamane a far entrare nel Paese gruppi di migranti: solo nelle ultime ore hanno fatto ingresso nel paese oltre mille persone. Ieri sera a tale punto di passaggio vi erano stati incidenti, con la polizia slovena che aveva sparato gas lacrimogeni contro gruppi di profughi che avevano forzato il cordone di agenti per entrate in Slovenia. Una decina di persone erano rimaste ferite. Stamane la situazione è tornata tranquilla.

Naufragio in Grecia, morta bimba di 5 anni
Intanto le traversate via mare continuano a mietere vittime. Una bimba siriana di 5 anni è morta nel naufragio del barcone su cui viaggiava al largo della Grecia. Altri 13 migranti sono stati soccorsi dalla Guardia costiera ellenica ma sul barcone c'erano in tutto 26 persone e quindi le operazioni dei soccorritori vanno avanti. Il naufragio è avvenuto a nord dell'isola di Lesbo. La Guardia costiera non ha reso nota la nazionalità dei migranti.

Almeno 750 migranti a bordo di tre piccole imbarcazioni sono stati, invece, soccorsi questa mattina in acque internazionali al largo delle coste libiche dalle navi di Medici Senza Frontiere. «Circa 750 persone sono state soccorse a partire dalle 5 di stamattina», ha dichiarato Yazan al-Saadi, direttore della comunicazione di Msf a Beirut, precisando che una quarta operazione di salvataggio è ancora in corso.

Oltre 2mila siriani in Tuchia alla frontiera con la Grecia
migranti Oltre duemila migranti, essenzialmente rifugiati siriani, continuano ad aspettare accampati nei pressi della città turca di Edirne, nella speranza di entrare in Europa attraverso la frontiera con la Grecia, al momento chiusa.
Il premier conservatore turco Ahmet Davutoglu dovrebbe incontrare nel pomeriggio una delegazione di rifugiati nella speranza di sbloccare la situazione che perdura ormai da martedì scorso.
Edirne è l'ultima città turca prima della frontiera, a Nord con la Bulgaria e ad Est con la Grecia. L'ex capitale ottomana è da sempre un passaggio per i profughi diretti in Europa.

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