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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2011 alle ore 17:04.

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La mobilità elettrica in Italia scalda i motori. Grazie ai cinque progetti pilota che l'Autorità per l'energia ha lanciato il 20 luglio, dopo un bando e una selezione durata quasi un anno. «Finora le sperimentazioni di Enel e di A2a sono state di tipo tecnico – spiega Stefano Besseghini, amministratore delegato di Rse, il centro di ricerca pubblico che ha collaborato alla selezione dei progetti –. Si trattava di mettere a punto la tecnologia delle colonnine e della rete. Ora invece i cinque progetti mirano a riprodurre una reale situazione di mercato, con auto elettriche in uso nelle città, e diverse opzioni di business per chi fornisce energia e servizio. Nessuno infatti sa ancora quale modello funzionerà meglio. Se l'azienda elettrica distributrice deve anche gestire le ricariche, se è meglio che sia un hub, se devono nascere tante "pompe" elettriche indipendenti».

Oltre un migliaio di colonnine di ricarica verranno istallate in nove regioni italiane, da qui al 2014. In città come Milano, Roma, Napoli, Bari, Catania, Genova, Bologna, Pisa, Perugia, Imola, Modena. Un buon campione per «trovare il modello migliore», spiega Iva Gianinoni di Rse, esperta di mobilità sostenibile. Il primo modello è il distributore integrato sia dell'elettricità che del servizio di ricarica. E qui è stato scelto il duo Enel Distribuzione-Hera che al 2013 metterà 310 colonnine da Pisa all'hinterland milanese. In questo caso si pagherà ricarica e elettricità insieme a un solo soggetto.

Il secondo modello, di un service provider con esclusiva in una determinata zona vede infatti A2A nella città di Milano e Brescia (per una settantina di punti di ricarica a due prese) e poi il Comune di Parma (da sempre all'avanguardia nella mobilità sostenibile) con ben 200 colonnine previste.

«Sono ambedue modelli di business con un certo grado di monopolio, che verrà mitigato da opportune formule di roaming – osserva Gianinoni – prendiamo il caso di Milano che vede A2a nell'area urbana e Enel-Hera nell'interland. L'abbonato di A2a, se dovrà andare a fare il pieno, mettiamo, a Monza userà la sua carta Rfid per farsi riconoscere dalla colonnina che addebiterà l'energia sul conto Enel e il servizio di ricarica a A2a. E viceversa. Il roaming sarà comunque essenziale per evitare artificiali chiusure di mercato e di mobilità». Infine il modello service provider in concorrenza. Qui lo sperimenterà Enel Energia, con 26 punti a Roma e l'associazione Class Onlus, con un originale modello di diffusione (al 2014) di 107 colonnine presso i supermercati di varie parti d'Italia (da Roma a Catania a Varese) e 43 altri punti in Brianza.

«L'accordo tra Autorità e soggetti dei progetti pilota è piuttosto preciso. Verranno erogati degli incentivi a fronte di report semestrali sull'andamento dei progetti – spiega Gianinoni – ogni punto di ricarica avrà un contributo annuo di 728 euro ma insieme il prezzo del servizio di ricarica non dovrà superare i 16,2 centesimi per chilowattora». «L'iniziativa non mira a incentivare l'auto elettrica in Italia, ma solo a studiarne i possibili modelli di diffusione – conclude Besseghini – sulla prima tematica, ben più vasta, semmai dovrà agire il governo». Invito raccolto: la commissione congiunta Trasporti e Attività produttive ha appena approvato una norma che prevede incentivi fino a 5mila euro per l'acquisto di veicoli elettrici. Il testo dovrebbe diventare legge nei primi mesi del 2012.

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