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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2011 alle ore 20:28.

Quando paga le tasse comunali, l'abitante della nuova polis deve sapere che il Comune gestisce la sua illuminazione, il suo riscaldamento, le sue flotte, lo smaltimento dei rifiuti e la depurazione delle acque in maniera efficiente e sostenibile, deve poter accedere facilmente ai dati che gli servono e deve poterli utilizzare liberamente per contribuire con le sue idee allo sviluppo dell'ambiente urbano.

Quando lavora, il cittadino deve poter usufruire di servizi di banda larga a costi ragionevoli, inserire il suo negozio o la sua piccola azienda in una rete urbana che lo renda visibile sulle mappe digitali e che faciliti la sua localizzazione, come succede a San Francisco o ad Amsterdam, e deve potersi collegare con il cellulare o con il laptop a un Wifi anche all'aperto, come succede nei cento Comuni che hanno adottato i sistemi intelligenti di Telecom Italia. «Ai nostri sistemi di telecontrollo dei lampioni si possono abbinare, pur con risorse finanziarie limitate da parte dell'amministrazione locale, diversi servizi per rendere migliore la vita dei cittadini, tra cui una rete di punti di accesso Wifi e un sistema di videosorveglianza, che aumenta la sicurezza per tutti», spiega Gianfilippo D'Agostino, responsabile Public Sector di Telecom Italia.

Telecom partecipa anche allo sforzo di Genova, Torino e Bari, i Comuni italiani che si sono candidati al primo bando europeo da 80 milioni basato sull'iniziativa Smart Cities and Communities, che verrà assegnato tra gennaio e febbraio. E l'ottavo programma quadro dall'anno prossimo metterà in palio ben 11 miliardi sugli stessi temi.

«Per liberare le energie degli abitanti delle città non ci vuole molto, in particolare in Italia, dove le persone sono rapide nelle reazioni e hanno già una mentalità di sviluppo a rete, come si vede dall'economia dei distretti – commenta Villa –. I due pilastri di questa rivoluzione sono una buona disponibilità di banda larga e una grande apertura da parte dei governi locali». Nelle città dove questa rivoluzione è in corso, da Berlino a Copenhagen, da Singapore a Boston, la pianificazione urbana si trasforma da un processo lineare top down a un'aggregazione partecipativa bottom up. Le applicazioni, una volta aperti i database in maniera intelligente e sicura, nascono dalle piccole imprese sul territorio. Un modo per battere la crisi con poco budget e molti cervelli in movimento. In Italia, con solo 21 connessioni broadband fisse ogni cento abitanti e una selva legislativa in materia di privacy, le barriere per l'innovazione restano preoccupanti. Ma l'Italia è anche il Paese con la più alta percentuale di pagine Facebook per abitante e su questa propensione alla partecipazione digitale si può costruire.

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