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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 17:14.

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Cortocircuito virtuoso tra App e cinemaCortocircuito virtuoso tra App e cinema

È nata prima la app o il film? Finalmente la commistione tra le arti sembra essere realtà, e a mettere in discussione il primato del Cinema con la «C» maiuscola è questa volta il mondo delle app, quelle piccole icone da cui nasce un mondo di immagini, storie, video, parole, giochi. E a rendere queste piccole icone, irresistibili oggetti del desiderio, è la parola «interazione». Gli user diventano attori delle storie ed entrano in tutto ciò che, prima, era "impenetrabile" come un libro o un film.

Curiosamente, negli ultimi mesi nascono app che poi diventano piccoli film. Per promuovere la app, si utilizza così anche il cinema: un rovesciamento dei pesi che vuol dire anche un ribaltamento delle priorità culturali. È successo per il corto vincitore dell'Oscar 2012 «The Fantastic Flying Books of Mr Lessmore» di William Joyce e Brandon Oldenburg. Il cortometraggio diventa il promo per l'app e vince il premio più ambito per un corto senza essere, propriamente, solo un corto. «The Fantastic Flying Books» racconta la storia di libri che fanno diventare colorate e "vive" le persone, e allo stesso tempo i libri, per essere vivi, hanno bisogno della presenza degli uomini che li leggano per esistere. Una riflessione sul mondo della lettura: i libri hanno le gambe e volano, come a dire che il rapporto tra lettore e libro è cambiato, ribaltato, reciproco e non più passivo.

E il libro stesso diventa un eBook, mentre un film diventa una App. Il corto da un quarto d'ora è la versione non interattiva dell'omonima favola uscita su App Store. Il film diventa a supporto della app, una sorta di pubblicità per incuriosire i bambini a "leggere" la favola interattiva. L'animazione è opera dei Moonbot Studios, gli stessi che hanno realizzato Numberlyes, un'app che racconta la storia di un gruppo di buffi personaggi che inventano l'alfabeto in un mondo grigio e triste abitato solo da numeri. Anche per questa app è stato fatto un trailer interessante, di nuovo un piccolo film a supporto della app. Non è azzardato paragonare Moonbot alla Pixar, non solo perché il co-fondatore William Joyce ha una passato in Pixar, ma soprattutto perché lo storytelling è una cifra stilistica di entrambe. E sembra che i passi della Moonbot siano simili a quelli fatti dalla Pixar, che iniziò con un Oscar per «Tin Toy» nel 1989. Ma la tendenza a realizzare eBooks animati, da cui viene tratto un corto che vive anche di vita propria online, è chiara anche se si guardano esempi come i trailer per le app di «Evil Dead» o «Post Secret».

Anche il mondo del cinema sta provando a utilizzare le app come strumento promozionale dei film, offrendo qualcosa di finora inedito. Come Warner Bros che mette in forma di app alcuni minuti dei film («Inception» e «The Dark Knight»), in anteprima e scaricabili gratuitamente. Nel pugno di una mano, questa volta, lo spettatore ha qualcosa di incredibile: cinque minuti del suo film preferito in anteprima e gratuitamente ma, soprattutto, una piccola icona che promette interattività.

La musica, dai tempi dell'esordio di iTunes pronta a cogliere le novità della tecnologia, non si fa sfuggire l'opportunità delle app. Come il progetto musicale di Bjork, Biophilia. All'uscita dell'omonimo album lo scorso autunno, è stata pubblicata anche l'app per iPad, che prevede videogiochi, animazioni, componenti interattive e molto altro. Con una colonna sonora originale composta da Bjork, Biophilia presenta diverse esperienze interattive da cercare all'interno della galassia 3D preparata per la App stessa. Ogni canzone si trasforma dunque in un'esperienza interattiva, in un gioco attivo tra musicista e ascoltatore che, anche in questo caso, diventa user.

Ogni brano musicale, per vivere, ha bisogno della sua app, così come i libri di «Flying Books» hanno bisogno dei lettori digitali per volare. E la Touch Press, una casa editrice che non ha mai prodotto nessun libro nel senso tradizionale del termine, ma solo app, ha editato Solar System, un testo di divulgazione scientifica per cui Bjork ha realizzato le musiche per l'app.
Chi si domanda dunque se è nato prima il videogame o il libro, il film o la app, l'album musicale o un progetto educational, oggi sbaglia a porsi la domanda. Tutto sta, invece, racchiuso in un quadratino di pochi pixel che poi, al tocco di un dito, apre magicamente mondi infiniti fatti di parole, musica, immagini, film.

Il corto di 15 minuti che ha vinto l'Oscar

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