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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2012 alle ore 15:11.

Una vite microscopica, che deve serrare la stanghetta in titanio di un paio di occhiali. La pinzetta del braccio meccanico di avvitamento la deve catturare in una posizione prestabilita, al millimetro. E la vaschetta che tiene le viti alla rinfusa, le passa a una piastra piezoelettrica che, con micro vibrazioni le allinea e le incolonna su un minuscolo binario per la cattura del braccio.
In questo modulo della Cosberg di Bergamo, specialista in linee di micro montaggio, sono contenuti anni di esperienza e tecnologie diverse. «Il mestiere che facciamo - spiega Gianluigi Viscardi, presidente dell'azienda - è fatto di esperienza, conoscenza, continua innovazione aperta sulle tecnologie. Per esempio, in questo campo dei distributori di piccoli componenti, abbiamo acquisito dei brevetti giapponesi sul piezoelettrico. E oggi i nostri moduli hanno un'efficienza energetica di settanta volte superiore, non generano interferenze elettromagnetiche e non inquinano». Per linee di montaggio che devono operare su centinaia di migliaia di minuscole parti all'ora non è poco.
«Poi il software – continua Viscardi – le nostre linee sono complesse, e coordinate come un orologio. Per questo abbimo sviluppato sistemi software in grado di auto-collaudare le macchine, su misura per ogni cliente. E sono controllate da remoto. Oggi, dall'Italia, monitoriamo linee in produzione anche a 10mila chilometri di distanza».
La sfida, per un'azienda (anzi un mini-gruppo) di novanta specialisti, è quella di reggere un'attività ormai all'80% per l'esportazione, e in paesi non facili come l'America latina, la Russia, la Cina e gli Usa.
«Devi assicurare un servizio impeccabile anche a quelle distanze. E per questo è fondamentale organizzare tutta la conoscenza che genera l'azienda e renderla accessibile. Se anche un programmatore bravo va via così è possibile che chi subentra impari velocemente. E la linea a 10mila chilometri di distanza continui ad essere monitorata e servita».
Non solo. La Cosberg, tra i promotori dell'Intellimec, uno dei maggiori consorzi di ricerca nella meccatronica (24 aziende) usa la sua base i conoscenze «per produrre Open Innovation, ovvero uno scambio continuo di opportunità innovative con i partner, le università e il Cnr». Un gioco in cui, finora, il club nato al Kilometro Rosso ci ha guadagnato.
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