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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2012 alle ore 10:44.

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BERLINO – Tre anni fa erano seminascosti, anche perché piccoli in fatto di formato e per lo più in forma di prototipo, fra giganteschi apparecchi Lcd/Led e plasma. Relegati all'ombra della doppia rivoluzione 3D e Smart Tv. Quest'anno a Ifa gli schermi Oled hanno una vetrina ben più vistosa, perché sia Samsung che Lg hanno scommesso sui pannelli illuminati a diodi organici e oggi se ne vedono i frutti.

Prodotto di nicchia ma destinato al mass market in tre/quattro anni?
Le due aziende coreane hanno esibito i rispettivi modelli da 55 pollici (serie ES9500 per la prima e 55EM900 per la seconda) contendendosi a suon di slogan la palma di televisore Oled più grande e più sottile del mondo. Quello di Samsung mette sul piatto pregi come il rapporto di contrasto illimitato e una brillantezza dei colori superiore del 20% rispetto a un normale Tv Led, passo in avanti derivante dal fatto che i sub-pixel sono auto illuminati.

I plus di questo Oled sono diversi: assenza di sfocature anche nelle scene più movimentate, profondità dei neri, design ricercato, presenza a bordo della tecnologia che abilita i comandi vocali e gestuali. C'è però una funzionalità che può essere vista come ulteriore valore aggiunto e si chiama Multi View. E cioè un sistema che sfrutta la tecnologia stereoscopica 3D (e relativi occhialini con cuffie integrate) per permettere a due persone di visualizzare simultaneamente sullo stesso schermo due programmi differenti provenienti da fonti diverse (per esempio un canale del digitale terrestre con uno satellitare o un film in Blu ray) e di ascoltarne il relativo sonoro.

Parlando con i responsabili di Samsung Italia – che confermano nel medio termine la disponibilità commerciale della serie ES9500 in Europa (il lancio avverrà a breve in Corea) e indicano in circa 7mila euro il prezzo indicativo di listino del prodotto – si evince il perché l'azienda sia arrivata ora a puntare forte sull'Oled. Le motivazioni sono sia di natura commerciale, e più precisamente legate a una domanda di televisori che si sta progressivamente spostando verso l'alto in termini di dimensioni (in Italia il 40 pollici è il formato che sviluppa il fatturato maggiore), sia di tipo industriale, per ciò che concerne l'ingegnerizzazione e la produzione dei pannelli.

La scelta del 55 pollici è dettata quindi dalla convinzione che lo spazio di mercato per un prodotto "premium" ci sia: oggi in una logica di nicchia e fra qualche anno in una prospettiva di mass market, non appena le economie di scala (Samsung potrebbe produrre i pannelli anche per conto terzi) permetteranno di abbassare i prezzi di listino al consumo. L'era delle Tv Oled grande formato è quindi ufficialmente iniziata e per ciò che riguarda Samsung non prende certo corpo sotto il cappello del 3D, che anche su questi apparecchi va considerata una funzione della piattaforma Smart Tv.

Di esperienza di visione tridimensionale coinvolgente parla invece Lg per celebrare le doti del suo Oled da 55 pollici (prezzo di listino nell'ordine dei 6mila ero) con spessore di soli 4 millimetri. La tecnologia 3D e le funzioni Smart Tv sono una sorta di dogma per la visione dell'intrattenimento da salotto dell'azienda coreana, tanto da essere considerate punti di forza anche nell'altro prodotto di punta ammirabile a Ifa, e cioè l'84 pollici ultra definition 4K.

Quello di Lg è uno dei tre super televisori in passerella a Berlino a sfoggiare il plus della risoluzione d'immagine quattro volte superiore al formato Full Hd, e cioè Sony e Toshiba (che conferma la disponibilità del suo 84 pollici in Europa per il primo semestre 2013), le altre due aziende a cui Lg Display ha fornito i pannelli maxi formato. Il 4k può essere quindi considerato la vera nuova frontiera dell'industria televisiva, ancora più dell'Oled? Da Samsung, che a Berlino esibisce un prototipo di apparecchio 4K da 70 pollici, fanno sapere che l'assenza di contenuti e la necessità di ottimizzare questa tecnologia esclusivamente su grandissimi formati rappresentano dei limiti oggettivi alla possibile diffusione di questi prodotti. Almeno per il momento e anche per costi al consumo (il Bravia di Sony verrà commercializzato in Italia con prezzi di listino di circa 25mila euro) che sono alla portata di una nicchia di utenza molto limitata.

In casa Toshiba, invece, oltre ad enfatizzare le doti della nuova piattaforma (Cevo Engine) sviluppata ad hoc per i pannelli 4K ribattono enfatizzando due concetti. Il primo: gli apparecchi 4K potrebbero beneficiare in futuro di economie di scala ben superiori a quelle riscontrabili in ambito Oled (e quindi contribuire a ridurre i costi del prodotto finito). Il secondo: la tecnologia 3D passiva è migliorata con l'avvento dello standard Full Hd per arrivare ad immagini con 1080 linee per ogni occhio e un apparecchio 4K esalta ulteriormente queste capacità.

E i contenuti? Qualcosa c'è, sotto forma di servizi come i video di YouTube o le mappe di Google, e qualcosa il singolo utente può autoprodurre con telecamere 4K e quindi trasferire al TV via connessione Hdmi. Di titoli e programmi dedicati al momento nulla. La capacità di convertire tramite apposito algoritmo contenuti Blu-ray per visualizzarli in risoluzione 4K va considerata una soluzione ponte interessante (un po' come avviene con la conversione delle fonti non 3D native in immagini tridimensionali) ma come è facile immaginare non è questo il punto. In quanti possono permettersi uno schermo da 84 pollici (o anche 70 pollici) sulla parete del salotto?

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