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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 11:29.

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L'Italia andrà a corrente elettrica, un po' come fa la Francia che ricorre soprattutto gli elettroni per scaldare (e non solo per condizionare) gli edifici. Via libera anche così al drastico aumento di efficienza energetica che costituisce l'asse portante dell'ultima versione della strategia energetica nazionale appena trasformata in un decreto firmato dai ministri dello sviluppo Corrado Passera e dell'ambiente Corrado Clini. Conferme ma anche qualche sorpresa nell'ultima versione del documento sulla "Sen". Ad esempio nel piano per potenziare il nostro sistema di approvvigionamento di gas, da cui comunque continuerà a dipendere gran parte della produzione elettrica nazionale. Il fabbisogno futuro? E' rivisto prudentemente al ribasso, dopo i drastico crollo dei consumi dovuto alla crisi economica. La richiesta risalirà più lentamente di ciò che si pensava, stima ora il documento. Dunque è necessario, dal punto di vista strategico, un solo grande rigassificatore aggiuntivo, che potrà godere di garanzie e sovvenzioni pubbliche. Se qualcuno vorrà costruirne degli altri dovrà fare da solo, con le logiche "di mercato", anche se potrà contare su una "semplificazione amministrativa".

Nel frattempo dovrà essere potenziata la rete di trasmissione elettrica, al di là degli impegni presi da Terna, il gestore delle rete a controllo pubblico. Ma la vera rivoluzione per il sistema elettrico nazionale potrebbe venire dall'abolizione del prezzo unico nazionale (Pun). Una misura che le prime bozze della strategia energetica consideravano come eventuale ma che diventa ora non solo possibile ma anche auspicabile. Anche per responsabilizzare meglio i territori e le amministrazioni locali che continuano a bloccare le nuove infrastrutture energetiche. E non manca anche l'intenzione di accompagnare il completamento della liberalizzazione del mercato dell'energia con una riduzione della tipologia e quindi del numero di cittadini che potranno usufruire delle attuali "tariffe di maggior tutela" dell'elettricità e nel gas. Molti di noi, quasi tutti, dovranno dunque rivolgersi al mercato libero, con tutti i possibili vantaggi ma anche con le trappole commerciali che di sicuro sopravviveranno. Ma andiamo con ordine.

Reti intelligenti
Per ridisegnare il nome dell'efficienza il nostro sistema energetico l'ultima versione della Sen prevede «un aumento della spesa per investimenti è una contemporanea riduzione di quella per il combustibile», un «incremento dell'importanza dell'energia elettrica che dovrà quasi raddoppiare la quota di consumi finali, fino al 36-39%, e contribuire alla decarbonizzazione dei settori dei trasporti e del riscaldamento», un «ruolo cruciale affidato all'efficienza energetica che potrà raggiungere riduzioni fino al 40% dei consumi rispetto al 2005», un "incremento sostanziale delle fonti rinnovabili che potranno rappresentare il 55% dei consumi finali di energia" e fino a 90% dei consumi elettrici, un "incremento delle interazioni tra i sistemi centralizzati distribuiti" (che significa un salto verso le reti elettriche intelligenti in grado di favorire anche la generazione diffusa).

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