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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2013 alle ore 15:36.

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La bella stagione e lunghe giornate luminose si avvicinano, ma per chi porta gli occhiali non sempre si tratta di una buona notizia. Per chi ha problemi di vista infatti inizia il "metti e togli": occhiali normali all'interno di casa e ufficio, occhiali da sole quando si è all'aperto, con l'alternativa dei cosiddetti aggiuntivi – lenti scure da applicare su quelle da vista – per chi non vuole un secondo paio di occhiali.

Una soluzione pratica è quella delle lenti fotocromatiche, cioè l'uso di occhiali dotati di ottiche che reagiscono ai raggi ultravioletti, diventando più scure. Queste lenti costano circa 50 euro in più di una normale e hanno tempi di reazione non immediati, specie se la temperatura è alta. Per verificarne l'efficacia abbiamo deciso di provarle, in particolare abbiamo scelto le Transitions nell'ultima versione Signature 7, con miglioramenti soprattutto nei tempi di reazione.

Il trattamento fotocromatico è applicabile su qualunque lente e quindi non ci sono limitazioni nella tipologia di difetto visivo da correggere. Nel nostro caso il trattamento Transitions è stato applicato su lenti progressive Essilor Varilux S 4D, con tonalità di colore grigia. La lente scura non è solo un vezzo estetico, è noto come i raggi ultravioletti siano dannosi per gli occhi, specie per i non più giovani, perché individuati come causa accelerante della cataratta. Ritiriamo gli occhiali sotto un cielo scuro e quindi le nostre lenti rimangono perfettamente chiare e trasparenti. Il giorno successivo il cielo è ancora coperto ma le nubi sono sottili e le lenti fotocromatiche colgono immediatamente le radiazioni Uv, in effetti le lenti sono diventate leggermente scure. Normalmente non avremmo certo indossato gli occhiali da sole per una giornata piena di nuvole, ma la radiazione Uv invece l'avrebbe richiesto. Interessante lo scurimento progressivo delle lenti, meno gradita invece la lentezza con la quale le lenti tornano chiare in ambienti chiusi. Sono solo pochi minuti ma bisogna abituarsi.

Ed ecco finalmente una giornata di sole pieno, la lente diventa rapidamente molto scura, ottimo il contrasto tra zone in pieno sole e zone d'ombra mentre i riflessi del sole su superfici lucide e cromate vengono nettamente smorzati, inevitabilmente meno brillanti ma non alterati i colori. E ora passiamo alla guida, durante la quale emerge un altro problema di quasi tutte le lenti fotocromatiche, infatti i cristalli delle autovetture hanno già un trattamento che blocca buona parte dei raggi ultravioletti e quindi gli occhiali non possono reagire. Utilizzando le Signature 7 abbiamo notato come la lente, già oscurata per il tragitto all'aperto per raggiungere l'auto, tende a ritornare chiara anche se molto lentamente perché qualche raggio Uv arriva comunque e protegge quindi la vista per almeno mezz'ora; certo che se si parte da un garage le cose cambiano.

Rispetto a lenti da sole comuni di tipo polarizzato si nota che le fotocromatiche non impediscono di vedere i display a cristalli liquidi – per esempio quelli delle colonnine del carburante – e questa è una bella comodità. Il bilancio della nostra prova su strada è quindi alla fine pienamente positivo perché i vantaggi superano nettamente le poche controindicazioni. La comodità di non doversi portare sempre in tasca un secondo paio di occhiali e il conseguente metti e togli è un vantaggio che compensa il maggiore costo iniziale e quei pochi minuti con occhiali scuri in interno quando non ce ne sarebbe bisogno.

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