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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 14:30.

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Novantonove dollari, grande come una carta di credito, compatibile con Linux. Il supercalcolo parallelo alla portata di tutti resta per ora una idea su Kickstarter. Il produttore di semiconduttori americano Adapteva è convinto che la scheda uscirà sul mercato già a partire da questa estate e il suo debutto aprirà una nuova stagione per tutte le startup che vogliono cimentarsi con il calcolo parallelo senza per questo dover spendere ingenti capitali.

In realtà il mercato dell'Hpc (High performance computing) sta già guardando con insistenza a startupper e ricercatori universitari. Ha bisogno di idee e programmatori, modelli di business e sviluppo per studiare nuove applicazioni legate al calcolo parallelo e adattarle ai grandi trend informatici di questi ultimi anni: dal big data alla robotica, dalla medicina personalizzata alle simulazioni di bioinformatica. Ecco perché Intel, Amd e Nvidia, i big del silicio, si sono tutti mossi, ciascuna a ben vedere con i suoi tempi e con diversi gradi di convinzione, consegnando piattaforme di calcolo, hardware e kit di sviluppo nelle mani di professionisti del codice e investendo anche capitali nelle startup più convincenti. L'obiettivo più alto è quello di creare un ecosistema sempre più ampio che sfrutti le loro tecnologie.

Amd, per esempio, ha creato un programma di investimento chiamato AMD Ventures. Ha in portafoglio una decina di startup. Tre (BlueStack, Avary e CiiNow) sono tra le più interessanti. La prima è una startup di software che simula il sistema operativo Android su piattaforma Windows. Insieme a loro Amd ha sviluppato AMD Appzone un player che ti permette di portare le Apps Android su pc con microprocessore Amd. Avary sfrutta le Apu (Accelerated processing unit) di Amd e sviluppa un software di photoediting per piattaforme Android, Windows mobile, Html 5 e iOS. CiiNow invece si occupa di cloud gaming, settore questo che si candida a essere uno dei primi e più facili banchi di prova del supercalcolo per il popolo. Come detto però non tutti credono di poter declinare queste piattaforme tramite gli algoritmi degli startuppari. Le uniche due portfolio companies che Intel ha in ambito High Performance Computing e super calcolo sono Panasas e Terascala entrambe specificamente in ambito storage.

L'ultima è l'investimento più recente (2012) e guarda anche al mercato emergente (e per certi versi già emerso) del big data. Più interessante però è Rock Flow Dynamics (RFD), una azienda che sviluppa software per l'industria petrolifera che ha raccolto da Intel un chip di 2 milioni di dollari. Quello dell'oil and gas è però forse il settore più interessato e interessante per il supercalcolo. Scavare un pozzo costa 100 milioni di dollari senza avere la certezza di trovare quel che resta dell'oro nero. Un modo alternativo è quello di generare finti terremoti in aree di diverse decine di chilometri attraverso un sistema di micro esplosioni. Una rete di sensori a ultrasuoni posti a diverse profondità fornisce a piattaforme di supercalcolo le informazioni per ottenere una "fotografia" dettagliata e comprensibile del sottosuolo.

Nel deserto o magari in luoghi dove è complicato accedere a fonti di energia servono cluster di supercomputer potenti ma proprio per questo in grado di consumare meno degli altri. Chi lo ha capito per tempo e ha ora l'ecosistema di università, centri di ricerca e startup più interessante è Nvidia, il produttore di schede grafiche che sta allargando il suo spettro d'azione (si legga il Sole 24 Ore del 24 marzo). «Seguiamo una ventina di startup – spiega Alain Tiquet direttore del GPU Ventures Program per l'Europa –. Ma nel mondo sono decine di migliaia gli sviluppatori di Cuda (l'architettura di elaborazione in parallelo realizzata da Nvidiandr)». Startup degna di nota è Cortexica che ha realizzato una app mobile per permettere ai consumatori di trovare e acquistare i prodotti che più gradiscono. Basta fotografare una camicia o un prodotto similare con un telefono cellulare o con un tablet e la app si occuperà di ricercarlo attraverso una banca dati online di abbigliamento, per trovare subito i capi disponibili per l'acquisto presso i rivenditori online. L'operazione sembra banale ma in termini di calcolo non lo è.

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