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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 14:29.

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È tempo di portare le storie e i narratori sul web. È tempo di trasformare il web in un medium interattivo fatto da tutti. È tempo di una rivoluzione. Questi sono i punti fondamentali del Web Documentary Manifesto pubblicato da Zeega, piattaforma partecipata per la creazione di documentari interattivi che si sta battendo perché anche il reale sia raccontato in internet seguendo i caratteri che definiscono la rete e cioè partecipazione, crossmedialità e interazione. Il webdoc trova così anche un manifesto, ma nella pratica è già un "genere" riconosciuto: il National Film Board del Canada produce da anni documentari interattivi per il web e una delle sue ultime produzioni, «Sound Ecology», è candidata ai prestigiosi Webby Awards. Altre istituzioni se ne interessano come la Bbc e, in Italia, la Film Commission piemontese ha sostenuto diversi progetti di web documentari.

Come «Transiti» che ha vinto come Miglior prodotto Web europeo al Prix Europa di Berlino 2012. Ci sono anche le produzioni indipendenti che creano comunità dal basso, come «Living Without Money» o «Vinylmania» che hanno lanciato una campagna crowdfunding su Kickstarter. E anche alcune testate giornalistiche producono webdoc, come nel caso di «Terza Repubblica», coordinato dal giornalista Riccardo Staglianò. Si segnala una certa affinità tra il web documentario e il citizen journalism (YouReporter, per intendersi): si tratta di reportage partecipati (con l'utente che può commentare, postare e condividere diversi contenuti), oppure ancora può trattarsi di un reportage che prova strategie interattive di fruizione, come nel caso di «Prison Valley» che è da navigare come un videogioco. Ma le forme con cui un webdoc può presentarsi sono molteplici: per esempio, «Tutto parla di voi» nasce per il film di Alina Marazzi, «Tutto parla di te», che «affronta – racconta Ornella Costanzo, coautrice con Fabrizio Giardina Papa – il tema dell'ambivalenza del sentimento materno. Nel webdoc si combinano materiali documentari realizzati dalla regista per la preparazione del film ed elementi user generated realizzati dalle tante mamme e donne in rete».

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