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A scuola di cucina zen nei monasteri

A scuola di cucina zen nei monasteri

A scuola di cucina nei templi

Da quando i templi hanno aperto le porte a turisti e fedeli di ogni religione, le ricette vegane della cucina zen sono molto apprezzate e praticate in tutto il mondo. Decine di monasteri a Seul e dintorni (http://www.corea.it/templi_aperti.htm, http://eng.templestay.com/) e numerose scuole zen in Giappone (con distaccamenti in ogni continente, http://global.sotozen-net.or.jp/ita/temples/jp/index.html) offrono ospitalità ai viaggiatori più mistici: dalle preghiere del mattino fino al pasto della sera, dai canti alla cerimonia del tè, dalle scritture buddiste alle arti marziali meditative, si partecipa alla vita dei monaci. Si preparano lanterne di loto e si infilano i grani dei rosari. Soprattutto, nei monasteri coreani, si condivide il BaruGongyang, cibo rituale, consumato in silenzio durante la meditazione. Ma solo dopo aver appreso le tecniche di cottura e le armoniose mescolanze degli alimenti. Nei templi del buddhismo giapponese, invece, si affronta il primo pasto del giorno (Gyohatsu) dopo aver ricevuto chiare istruzioni sull’Oryoki, la tradizionale ricezione degli alimenti in tre ciotole laccate: riso o avena in quella più grande, liquido caldo in quella di mezzo e verdura, yogurt o frutta secca nell’ultima.

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