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Ue: disciplina di bilancio
più stretta, ma l'Eurogruppo
resta informale

di Antonio Pollio Salimbeni

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19 ottobre 2007

Con il nuovo Trattato europeo non cambia moltissimo il quadro delle regole che attualmente governano l'economia in Europa almeno rispetto a quanto stabilito in luglio dai capi di stato e di governo. Eppure saltano agli occhi due novità, una positiva, l'altra non troppo. Quella positiva riguarda la disciplina di bilancio. Sia secondo le vecchie regole che secondo le nuove, gli stati devono considerare le politiche economiche materia di interesse comune e coordinarle nel rispetto del patto di stabilità e di crescita (rispetto dei parametri deficit e debito/pil).

Viene di fatto rafforzato il ruolo della Commissione, che dà il la alle valutazioni e alle procedure sulle politiche di bilancio. Se ritiene che in uno stato membro esista o possa determinarsi in futuro un disavanzo eccessivo (deficit/pil superiore al 3%), la Commissione "trasmette un parere allo stato membro e ne informa il Consiglio". Non dovrà quindi più passare per l'ok dei ministri. Per la dichiarazione di esistenza di deficit eccessivo invierà all'Ecofin una proposta e non più una raccomandazione. Differenza importante visto che per bloccare una proposta della Commissione i ministri finanziari devono decidere all'unanimità. In sostanza diventa più difficile trovare scappatoie. Inoltre, la Commissione potrà inviare direttamente "warning" (allarmi) ai governi che non rispettano gli orientamenti di politica economica relativi ai programmi di riforma strutturale nel quadro dell'Agenda di Lisbona (aumento del potenziale di crescita). "Rafforzare il coordinamento e la sorveglianza della disciplina di bilancio" è una "disposizione specifica" per gli stati "la cui moneta è l'euro". E a questo l'Eurogruppo deve dedicarsi. Per la prima voltal'organismo di cui fanno parte solo i ministri finanziari dei paesi che hanno adottato l'euro compare in un trattato. I ministri della sola eurozona hanno il potere di decidere "le posizioni comuni sulle questioni che rivestono un interesse particolare per l'unione economica e monetaria" previa consultazione della Bce.

Il problema è che contraddittoriamente, ecco l'aspetto meno positivo, il nuovo Trattato non considera l'Eurogruppo una formazione ufficiale del Consiglio: "I ministri degli stati membri la cui moneta è l'euro si riuniscono a titolo informale". Ciò perché non si è voluto portare l'unione monetaria alle estreme conseguenze, con un progressivo ma deciso spostamento degli equilibri dal livello nazionale al livello eurozona ed è forte la resistenza di chi non ha adottato l'euro (principalmente il Regno Unito) ad accettare che eurogruppo e consiglio (i ministri di tutta la Ue) siano messi sullo stesso piano. E' un fatto però che un Eurogruppo informale può favorire maggiore libertà di manovra specie nei delicatissimi rapporti con la Bce.

Per il resto il nuovo Trattato conferma capitoli già chiusi. E' il caso del declassamento della concorrenza da obiettivo dell'Unione a semplice strumento delle politiche europee. Il riferimento alla necessità di assicurare "che la concorrenza non sia falsata" resta in un protocollo per cui l'intensità giuridica e politica della nozione di concorrenza quale elemento fondante del mercato unico risulta indebolita (in linea con la propensione di paesi come Francia e Germania a rende più flessibili le regole su aiuti di stato e concentrazioni). I servizi giuridici si dichiarano sicuri che non ci saranno conseguenze pratiche.

La Bce farà parte a pieno titolo delle "istituzioni dell'Unione" come parlamento, consiglio, commissione, corte di giustizia e non delle "altre istituzioni" come era previsto nel progetto di costituzione. La questione aveva provocato parecchio allarme: Francoforte ritiene, infatti, che possa esservi il rischio di indebolire la fisionomia della Banca centrale che in teoria potrebbe essere chiamata a coordinare la politica monetaria ex ante con i governi o altre istituzioni. In altra parte del Trattato, però, è scritto chiaramente che la Bce "è indipendente nell'esercizio dei suoi poteri" e che istituzioni, organi Ue e i governi "rispettano tale indipendenza".

DOCUMENTO / Il testo del nuovo Trattato europeo

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