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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 08:02.
La Spagna è campione del mondo e meritatamente supera l'Olanda del "simpatico" Van Bommel dopo una partita non spettacolare a cusa, a mio parere, di un'ottima fase difensiva unita a un'aggressività a volte eccessiva da parte degli Orange.
Scrissi proprio su questo giornale che la Spagna era la mia favorita proprio in considerazione di una generazione di fenomeni che erano diventati squadra e mi chiedevo quanto potesse essere preso a modello.
È esportabile questa tipologia di gioco per cercare di risollevare il calcio di qualche nazione (Italia, Inghilterra, Francia) uscite male dall'evento sudafricano?
Credo sia improbabile vincere un mondiale con questa organizzazione senza il fondamentale apporto di giocatori di talento. La partita di domenica ha dimostrato quanto automatismi difensivi come diagonali, marcatura o copertura, pressing organizzato e movimenti sincronizzati degli attaccanti, non facciano parte del gioco spagnolo.
La Spagna senza il talento enorme di cui dispone non avrebbe vinto il mondiale mentre l'Italia del 2006 ha dimostrato proprio che grazie a un gioco organizzato l'obiettivo diventa realistico.
La Germania ha fatto aumentare l'amarezza di noi italiani puntando proprio sull'entusiasmo e la freschezza di buoni giocatori che si sono esaltati all'interno di un'organizzazione allenata continuamente per poter puntare sui dettagli; cosa non possibile quando si cambia continuamente modulo.