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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:58.
Il Sudafrica è la maggior potenza economica del continente, ma il regime dell'apartheid ha lasciato in eredità al paese una forma di strabismo: se da un lato il Sudafrica è provvisto di una struttura economica, di infrastrutture e di un settore terziario sconosciuti al resto del continente, dall'altro la ricchezza è distribuita in modo ancora molto iniquo e una porzione importante della popolazione rimane poverissima.
Il tasso di disoccupazione è molto alto e a città molto sviluppate e a una Borsa che è la diciottesima più importante del mondo per volume di scambi, si contrappongono zone mai uscite dall'arretratezza e da un'agricoltura di (stentata) sussistenza. Il sottosuolo del Sudafrica è una vera cornucopia. Tra i primi produttori di oro, Pretoria estrae tre quarti del platino mondiale. Sono molto rilevanti anche i giacimenti di carbone e la produzione di diamanti, ma in Sudafrica si trova una varietà incredibile di altri minerali: dal ferro al vanadio, dalla cromite allo zirconio. L'agricoltura intensiva garantisce un surplus rispetto al fabbisogno interno.
Notevole è la produzione di cereali (soprattutto frumento e mais) e di frutta. I vini sudafricani, prodotti per conto di etichette come Kumala o First Cape, sono sempre più apprezzati e sono esportati con facilità (il paese africano è tra i primi dieci produttori del mondo). L'industria si articola in diversi settori. Tra i più importanti quelli metallurgico, siderurgico, chimico e della lavorazione della gomma. Hanno particolare rilievo nella composizione del Prodotto interno lordo nazionale anche gli stabilimenti di molti marchi automobilistici (Toyota, Volkswagen, Ford, General Motors e altri) che costruiscono veicoli o componentistica in Sudafrica. Nonostante gli alti tassi di criminalità che spaventano molti potenziali visitatori, è di notevole importanza l'industria del turismo.