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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:57.
La crisi economica mondiale ha colpito l'Uruguay in modo lieve. Il Prodotto interno lordo ha ridotto la sua crescita rispetto agli anni precedenti, ma sul dato relativo al 2009, + 2,9 per cento, molti altri paesi avrebbero messo con entusiasmo la propria firma. L'agricoltura e l'industria agroalimentare producono il 30 per cento della ricchezza uruguaiana e garantiscono due terzi delle esportazioni totali. Le coltivazioni principali sono il riso, il mais, il girasole e la canna da zucchero.
Un intensivo allevamento di bovini e ovini pone l'Uruguay al quattordicesimo posto mondiale nella produzione di lana e permette un'ingente produzione di carne, latte e pellami. Anche il settore dei servizi e quello finanziario hanno una parte importante nell'economia del paese. Negli ultimi anni sono cresciute molto anche le aziende che operano nel comparto IT. In proporzione al numero di abitanti, l'Uruguay è uno dei principali produttori ed esportatori di software del mondo. Tra le aziende principali in questo settore ci sono ArTech, De Larrobla&Asociados e Infocorp.
Poco provvisto di risorse minerarie (gesso, talco, oro), l'Uruguay gode però di una certa diversificazione delle proprie industrie. Oltre alle fabbriche del comparto agroalimentare, nel paese ci sono cementifici, stabilimenti che operano nei settori tessile e chimico, aziende che producono alcol, tabacco e fertilizzanti, nonché un'importante fabbrica di cellulosa controllata dalla società finlandese Botnia.
Per quanto nell'ultimo decennio sia stato avviato un prudente percorso verso una maggiore liberalizzazione, lo Stato ha ancora un ruolo di primo piano nell'economia uruguaiana. Il turismo, costituito soprattutto da visitatori argentini, costituisce una voce non irrilevante nel Pil del Paese.