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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2012 alle ore 07:46.

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Un'altra carambola (innescata da Filippo Pozzato che poi si è scusato con i colleghi) all'ultima curva a 300 metri dall'arrivo ha tagliato fuori i big dello sprint (Mark Cavendish e Matthew Goss). E così sul traguardo di Frosinone ha vinto lo spagnolo Francisco Ventoso, velocista di buon livello ma non al top della specialità. Al secondo posto si è piazzato il giovane e promettente Fabio Felline che, nella confusione seguita alla caduta, ha perso l'attimo dimostrando però di essere una novità interessante nel panorama ciclistico italiano.

Quella di ieri è stata una frazione pianeggiante senza scosse (a parte un attacco di Domenico Pozzovivo e Oliver Rodriguez a sei chilometri dal traguardo) dopo la tre giorni di salite impegnative che non ha sconvolto la classifica ma ha fornito utili indicazioni. Abbiamo parlato di ciclismo globale (a proposito, il canadese Ryder Hesjedal conserva la maglia rosa); ora possiamo parlare di un ciclismo del Sud con la doppia vittoria di tappa, prima di Tiralongo e domenica di Pozzovivo che si sono confermati atleti di livello. Il piccolo ciclista lucano non è una sorpresa, ma rimane l'incognita sulla tenuta del suo stato di forma fino a Milano dopo il successo al Giro del Trentino.

Oggi arrivo ad Assisi, con gli ultimi 4 chilometri (tratti di ciottoli) in salita. È il classico finale di tappa che si presta a un'azione a sorpresa di qualche scattista e il più qualificato interprete di questo genere è ancora Rodriguez. Personalmente, Assisi mi ricorda la conquista della maglia rosa da parte di Tony Rominger nel Giro del 1995; era solo la seconda tappa ma lo svizzero ha conservato il simbolo del primato fino a Milano. Quella di Rominger, 17 anni fa, è stata l'unica vittoria Mapei al Giro d'Italia.

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